Agricoltori cuneesi in Piazza Montecitorio a Roma contro il CETA

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Una numerosa delegazione di agricoltori cuneesi ha partecipato oggi, in piazza Montecitorio a Roma, alla mobilitazione indetta da Coldiretti per bloccare la ratifica del CETA, l’accordo commerciale siglato dall’UE con il Canada, che non solo non valorizza le nostre produzioni, ma “è il primo trattato europeo che promuove il falso Made in Italy a tavola”, denunciano Delia Revelli presidente e Tino Arosio, direttore di Coldiretti Cuneo – “per questo, abbiamo coinvolto i Comuni della Provincia, che sono al nostro fianco in questa battaglia e in oltre 130 hanno già approvato un ordine del giorno contrario al Ceta, mentre un’ottantina si apprestano a farlo in questi giorni e stiamo sollecitando i nostri Parlamentari a votare no per difendere il nostro patrimonio agroalimentare”.

La grande azione di sensibilizzazione promossa dall’Organizzazione ha coinvolto numerose associazioni di consumatori, sindacali, del mondo ambientalista e del sociale che saranno presenti in forze a Roma domani insieme ai sindaci con i gonfaloni dei Comuni.

 

“Le ricadute di questo accordo se verrà ratificato sarebbero molto gravi per il Paese e per il nostro territorio – prosegue il direttore Arosio -. Proviamo a pensare a tutti i riconoscimenti ottenuti in questi anni per le nostre produzioni di eccellenza: verrebbero azzerati e si spalancherebbero le porte a veri e propri atti di pirateria, con il via libera alle imitazioni dei nostri prodotti più tipici, aprendo all’invasione di prodotti che non danno garanzie di tracciabilità e salubrità ai consumatori, riportandoci indietro di anni rispetto a tutte le conquiste fatte e falsando il mercato con ingenti quantitativi di carne a dazio zero, circa 50mila tonnellate di manzo e 75mila di suino”.
Non verrebbero protetti prodotti tipici, come la carne di vitellone piemontese, la nocciola piemontese, il castelmagno, il crudo di Cuneo, il fagiolo di Cuneo, il raschera, solo per citarne alcuni.

 

“La ratifica sarebbe una beffa di cui farebbero le spese gli agricoltori e i cittadini italiani ed europei – conclude Delia Revelli – con la vittoria delle multinazionali e danni non quantificabili ai comparti che fanno grande il nostro territorio: dalla zootecnia da carne alla cerealicoltura passando per i prodotti lattiero-caseari. Pensiamo, tra l’altro, che il Canada impiega in agricoltura ben 99 principi attivi proibiti in Unione europea. Nel corso della mobilitazione, è stato divulgato il Dossier Coldiretti sull’impatto del trattato sull’agroalimentare italiano ed esposto per la prima volta il “pacco” con le imitazioni delle specialità nazionali più prestigiose, dai formaggi ai salumi, realizzate in Canada”.