Approvati i tre decreti della Riforma del Terzo Settore | Il deputato Mino Taricco sottolinea che il futuro delle nostre comunità è fortemente sociale

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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a tre decreti legislativi attuativi della delega del terzo settore: il provvedimento che istituisce il Codice del terzo settore, quello sull’impresa sociale e la riforma del 5Xmille. Così, insieme ai due decreti che hanno già ricevuto il via libera del Consiglio di Ministro, quello che costituisce la Fondazione Italia sociale e quello sul Servizio civile universale, si completa il percorso di riforma del terzo settore.

 

Si tratta di un importante lavoro cominciato due anni fa con l’intento di dare un riconoscimento politico e normativo ad un mondo grande e complesso che riguarda organizzazioni fondamentali per la società. Tante le novità: un registro unico nazionale, nuovi incentivi fiscali, nascita di un Fondo progetti innovativi, lo sviluppo del Social bonus, il lancio dei Titoli di solidarietà e un incremento della dotazione del Fondo per il Servizio civile.

 

Il secondo provvedimento dedicato all’impresa sociale è particolarmente innovativo: allarga il campo delle attività e offre una parziale redistribuzione degli utili, potranno governare soggetti del terzo settore e in misura minore enti profit e pubblica amministrazione. Ci sarà poi un incentivo analogo a quello sperimentato con le start up innovative: come per le startup innovative tecnologiche, il 30% dell’investimento potrà essere fiscalmente deducibile o detraibile.

Infine il decreto sul 5xmille: la novità è nel meccanismo di erogazione più veloce, nella diversa ripartizione delle risorse per evitare distorsioni e nella maggior trasparenza.

 

Commenta il deputato Pd Mino Taricco: «Parliamo di un mondo che include più di 300.000 organizzazioni associative, cooperative e di volontariato e che coinvolge più di 6 milioni di cittadini che dedicano tempo all’impegno volontario, numeri importanti che meritano attenzione e sostegno. Con questi decreti che si uniscono ai precedenti già approvati inizia adesso il vero lavoro di tradurre nel concreto le finalità che la riforma si proponeva, liberare risorse importanti che nel Terzo settore esistono, e che possono arricchire sia in termini di democrazia economica, sia di potenzialità di crescita e di sviluppo, tutto il Paese. Sono da sempre convinto che la sola dicotomia pubblico privato, soprattutto in un mondo che sta cambiando e soprattutto in territori come i nostri, sia insufficiente a mettere in movimento tutte le potenzialità di crescita e di miglioramento della qualità della vita delle comunità, e per le sfide che ci attendono questa riforma offre alle nostre comunità e alle tante energie che ne sono contenute un nuovo quadro di norme e strumenti in cui trovare sostegno e spinta per poter strutturarsi ed agire nella maniera più funzionale e corretta. Il futuro delle nostre comunità è fortemente sociale, e con questa riforma si danno forza, gambe e strumenti a questo settore ».