Smantellata rete di spacciatori africani con basi fra Fossano, Saluzzo e Verzuolo

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Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di Saluzzo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Cuneo, Dr. Alberto Boetti, su richiesta del Sost. Proc. Dr. Alberto Braghin, nei confronti di tre soggetti di origine africana, tutti clandestini, senza fissa dimora e privi di documenti di identificazione, responsabili di detenzione e spaccio in concorso continuato di sostanza stupefacente.

 

Le indagini venivano avviate nell’autunno del 2016 dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Saluzzo, a seguito dell’analisi dei tabulati telefonici dell’utenza di un soggetto residente a Verzuolo, coinvolto in altre vicende giudiziarie. Dall’attività, infatti, emergevano numerosissimi contatti con alcuni numeri telefonici intestati fittiziamente a cittadini stranieri, in relazione ai quali veniva poi sviluppata un’ampia indagine per individuare le persone in contatto con quest’ultima utenza. Si trattava di soggetti noti per precedenti vicende legate allo spaccio e al consumo di sostanze stupefacenti. Molti di loro, sentiti dai Carabinieri, hanno ammesso di fare uso di sostanze stupefacenti, fornendo specifiche indicazioni sui loro fornitori di droga e sulle utenze in uso a costoro. Tutti i soggetti hanno riferito di tre soggetti di colore, di giovane età, in grado di fornire varie tipologie di droga, marijuana, cocaina, eroina e crack, a seconda delle richieste degli acquirenti. Gli incontri erano sempre preceduti da una telefonata o da un sms e avvenivano in zone isolate del centro urbano di Saluzzo, Verzuolo, Manta e Fossano, spesso addirittura presso le abitazioni degli stessi spacciatori. E’ proprio qui che lo stupefacente, di varia natura, veniva tagliato, suddiviso e confezionato in dosi pronte per lo spaccio.
Contestualmente alle attività di assunzione di dichiarazioni degli acquirenti, venivano disposte le intercettazioni di numerose utenze telefoniche mobili in uso agli indagati e sempre intestate a soggetti inesistenti o non censiti sul territorio nazionale, ciò al chiaro fine di rendere difficoltosa l’identificazione degli interlocutori. Dette utenze, peraltro, ad ogni benché minimo sospetto dello spacciatore, venivano sostituite con altre, così rendendo particolarmente difficoltosa la conduzione delle indagini.
Le conversazioni intercettate documentavano innumerevoli episodi di detenzione e spaccio di droghe, posti in essere dagli odierni indagati, con carattere di vera e propria imprenditorialità, nell’ambito di una fiorente attività di diffusione dello stupefacente nei comuni di Verzuolo, Manta, Saluzzo, Costigliole e altri centri della Val Varaita.
Le intercettazioni telefoniche eseguite dagli investigatori, svelavano quanto fosse frenetica l’attività di spaccio da parte dei soggetti arrestati, i quali, per eludere eventuali attività intercettive, oltre ad utilizzare utenze telefoniche cellulari con intestazioni fittizie, facevano ricorso, nelle comunicazioni, ad un linguaggio volutamente criptico per indicare qualità e quantità di stupefacente destinato alla cessione e si preoccupavano di tacitare gli acquirenti che, nel corso delle brevissime conversazioni, utilizzavano termini più espliciti per avanzare richieste di droga.
Nel corso dell’indagine, i Carabinieri, sulla base di numerosi servizi di osservazione e pedinamento degli indagati e di alcuni clienti, sono riusciti da un lato ad identificare univocamente gli utilizzatori delle utenze monitorate, dall’altro a sequestrare, in più occasioni, dosi di stupefacente di varie tipologie.

 

Durante le indagini, protrattesi per circa 5 mesi sono state documentate oltre 50 cessioni di sostanza stupefacente in favore di numerosissimi giovani del luogo, dietro corrispettivi in denaro variabili tra i 30 e i 60 euro, a seconda della tipologia e quantità della droga.
La frenetica e assai redditizia attività di traffico di droga era gestita ad un livello paritetico da tutti gli indagati i quali si avvalevano del prezioso contributo di alcuni soggetti italiani, residenti nella provincia di Cuneo, che avevano il compito di procacciare i clienti e, in alcuni casi, di mettere a disposizione le proprie abitazioni o prenderne in locazione delle altre, per le finalità illecite perseguite.
Alcune illuminanti intercettazioni evidenziano quanto fosse vasta e particolarmente redditizia l’attività di spaccio posta in essere dai prevenuti, tale da garantire ai prevenuti il denaro occorrente per il sostentamento delle proprie famiglie di origine in Africa. Vi sono conversazioni da cui si desume che l’attività illecita era di un certo livello, tanto da consentire introiti di svariate migliaia di euro.
In altri dialoghi telefonici gli indagati dispensavano consigli per una più efficace e sicura attività di spaccio, dicendo di nascondere la droga in luoghi sicuri e di uscire di casa con al seguito quantitativi non particolarmente elevati. Aggiungevano, inoltre, che era più sicuro spacciare in ore serali e notturne, quando il controllo da parte delle FF.OO. era meno intenso, e tenere in bocca le singole dosi di droga.
Sempre le intercettazioni rivelavano come uno degli indagati era particolarmente abile nella preparazione del crack. Nelle conversazioni, infatti, si parlava di “cucinare” la cocaina per trasformarla in crack e poi confezionarla in piccole dosi destinate allo spaccio. Tale sostanza stupefacente, altamente pericolosa per la salute e in grado di indurre elevata dipendenza e rapida assuefazione, viene infatti sintetizzata a partire dalla cocaina in polvere con una base di bicarbonato o ammoniaca, così ottenendo dei cristalli biancastri.

 

Le indagini hanno inoltre consentito di accertare che il canale di approvvigionamento della sostanza stupefacente era generalmente quello della città di Genova, dove, peraltro, gli indagati avevano numerosi collegamenti e punti di appoggio. A seguito dei vari arresti e sequestri operati dai Carabinieri a riscontro delle attività di intercettazione, gli stranieri coinvolti, dapprima si disfacevano delle relative utenze cellulari, poi, trovavano rifugio in Genova, presso altri connazionali, per sfuggire agli eventuali provvedimenti nei loro confronti.
La droga, infatti, con carattere di periodicità veniva prelevata dal capoluogo ligure e trasportata in treno dagli stessi spacciatori presso alcune abitazioni di Fossano e Saluzzo, dove veniva poi suddivisa in dosi e confezionata.
Durante le investigazioni, come detto, rese complesse dai continui cambi di utenza telefonica degli intercettati e dall’utilizzo di un linguaggio criptico, sono stati comunque eseguiti vari sequestri di stupefacente del tipo eroina, cocaina e crack, per un complessivo di circa 50 grammi, corrispondenti ad oltre 100 dosi preconfezionate e pronte allo spaccio, nonché somme di denaro contate per oltre 500 euro, costituenti il provento dell’attività illecita.

 

Deferiti, inoltre, all’Autorità Giudiziaria 3 soggetti trovati in possesso variabili quantitativi di stupefacente e arrestati 2 stranieri di origine africana, pure destinatari dell’odierno provvedimento restrittivo, e segnalati 8 soggetti alla competente Prefettura, per detenzione di droga per uso personale.
Basti pensare che, solo pochi giorni prima che fosse eseguita l’ordinanza cautelare in questione, i Carabinieri del Nucleo Operativo, durante specifica attività antidroga, in Fossano, avevano arrestato uno degli indagati il quale, per sottrarsi al controllo, si era dato a precipitosa fuga per le vie del centro cittadino. Prontamente bloccato, è stato trovato in possesso di ben 60 dosi di crack.
Nel corso dell’operazione, due degli indagati – come detto – già arrestati per analoghe condotte, sono stati rintracciati presso la casa circondariale di Cuneo, dov’erano detenuti, mentre per il terzo è stato catturato presso la stazione ferroviaria di Genova –Principe, appena sceso da un treno proveniente da Torino. L’arrestato è stato poi condotto presso la Casa Circondariale di Genova – Marassi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

c.s.