Post su scritte xenofobe a Roata Canale: il dottor Corrado Lauro interviene dopo le polemiche

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Dopo le polemiche di questi giorni il dr. Corrado Lauro, medico chirurgo del S. Croce e Carle di Cuneo autore di un post su FB che ha fatto discutere molto, scrive a Massimo Gramellini che questa mattina gli aveva dedicato un commento sulla rubrica “Il Caffè”, che cura sul Corriere della Sera.

 

“In merito ad un mio recente post su queste colonne che ha aperto una discussione dai toni anche aspri – scrive il medico saluzzese – ho pensato di fare alcune precisazioni, e ho scelto di esprimerle attraverso la forma della lettera a colui che meglio , a mio avviso , ha interpretato il significato di quel post, cioè Massimo Gramellini nella sua rubrica odierna sul Corriere della Sera”.

 

Quella del dottor Lauro è stata dunque una provocazione, non un consiglio né una minaccia ad alcuno: “Mai e poi mai nella mia Azienda è stato tollerato né sarà mai tollerabile una discriminazione sul trattamento di qualsiasi paziente, né io potrei mai davvero rinunciare a prestare la mia opera in qualità di Medico della mia Azienda e dipendente di quel Servizio Sanitario pubblico che da anni cerco di difendere e di onorare , nei confronti di chiunque si presenti alla mia attenzione con un bisogno di salute.”
Lauro comprende gli argomenti dei dissenzienti, residenti in realtà periferiche che in questi anni hanno patito la crisi sociale ed economica più dei grandi borghi.
“Volevo stigmatizzare il tono istigativo e il retroterra xenofobo di quello scritto, che ancor oggi mi pare inaccettabile e che deve richiedere ad ognuno di noi una presa di posizione netta” spiega ancora l’autore della missiva a Gramellini (pubblicata integralmente questa sera sulla sua pagina FB)”.

 

Poi una riflessione sul ruolo del medico e del suo rapporto con il paziente: “Dopo quasi 30 anni di lavoro ho imparato che non è possibile erogare una prestazione medica senza stipulare un patto con il paziente, un accordo empatico biunivoco perché il suo problema deve diventare il mio, la mia speranza di risolverlo deve diventare la sua speranza ; il mio post era proprio un invito agli autori di quel gesto a rivedere i loro stilemi comportamentali se vorranno davvero entrare in empatia col sottoscritto qualora ( speriamo di no) se ne presentasse la necessita’, altrimenti (come chiosavo) possono, anzi hanno il diritto di rivolgersi ad alto professionista, anche se io non potrei certo far loro mancare il mio aiuto”.

 

E proprio il 25 aprile (giorno della pubblicazione del primo post) Saluzzo aveva celebrato due resistenti saluzzesi caduti nell’era contemporanea: il Dottor Damiano presidente dell’allora USL 63 e il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: “I figli di questi miei nobili concittadini dal palco ci hanno invitato ad uno scatto di responsabilità e di dedizione per portare avanti i loro ideali e quelli della Resistenza: ho interpretato e interpreto il mio post contro il razzismo ( ma anche l’antisemitismo , l’omofobia etc) un piccolo scatto di responsabilità personale e civile “.