Dramma Scarponi: L’intervista allo sfortunato ciclista su Idea 2014 | Le parole del campione alla vigilia della tappa del Giro d’Italia Barbaresco – Barolo

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La tragedia che ha colpito in queste ore il mondo dello sport italiano con la scomparsa di Michele Scarponi, ha toccato anche il cuore degli sportivi piemontesi, non solo perchè l’anno scorso lo sortunato campione fu protagonista in Granda, nella tappa di Sant’Anna di Vinadio.

In occasione della tappa del Giro d’Italia 2014 Barbaresco-Barolo, Michele Scarponi fu intervistato proprio sulle pagine della rivista Idea ed oggi, per rendergli omaggio, abbiamo pensato di riproporre quella chiacchierata con un campione di grande simpatia e estrema disponibilità nonostante un palmarès di grande prestigio.

 

 

Michele Scarponi, 35 anni da Filottrano, un passato tra Acqua & Sapone, Androni Giocattoli e Lampre e oggi capitano al Giro d’Italia con la maglia dell’Astana, è un piacevole concentrato di simpatia e umiltà, doti rimaste intatte nonostante una carriera costellata di successi e importanti piazzamenti. Nel suo palmares troviamo a infatti affermazioni alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali, alla Tirreno-Adriatico, al Giro del Trentino, alla Volta Ciclista a Catalunya, alla Settimana Ciclistica Lombarda… ma è con il Giro d’Italia che lo scalatore marchigiano pare avere un feeling tutto particolare. Oltre a tre vittorie di tappa nella celebre corsa rosa, “L’Aquila di Filottrano” può vantare infatti anche un primo posto nella classifica a punti al Giro, nonché una vittoria “postuma” nella corsa a tappe tricolore del 2011, ufficializzata solamente mesi dopo in seguito alla squalifica del “vincitore virtuale” Alberto Contador. Una vittoria prestigiosa ma non celebrata visto la sua natura, alla quale Scarponi proverà a dare un seguito magari nel Giro del 2014 dove battaglierà, con il numero “uno” sulle spalle, con gli altri grandi favoriti alla maglia rosa Quintana, Uran, e Cadel Evans. E per uno scalatore come Scarponi, il circuito della corsa si presenta sicuramente interessante, visto le salite importanti che arriveranno nell’ultima settimana e delle cronometro atipiche come la Barbaresco-Barolo che gli consentiranno di difendersi al meglio non essendo particolarmente avvezzo alla specialità.
Michele, il tuo nome negli ultimi giorni è spesso stato inserito nella lista dei più seri pretendenti alla maglia rosa. In che condizioni ti presenti all’appuntamento con il Giro d’Italia?
“Ho preparato il Giro con grande cura. Ho fatto un ritiro in altura e un buon calendario di gare che mi ha consentito di arrivare in buona condizione alla corsa rosa. L’ultimo test è stato il Giro del Trentino dove, pur non lottando per la vittoria finale, ho avuto buone risposte, che mi fanno essere fiducioso in vista del Giro. Ci arrivo nella giusta condizione, la forma è buona anche se spesso questo non è sufficiente per centrare la vittoria. Sto bene, sono concentrato e attorno a me ho una squadra decisamente forte, che sono sicuro mi consentirà di disputare un buon Giro. Non mi reputo tra i favoriti, però cercherò di lottare fino alla fine per la maglia rosa”
Sicuramente avrai avuto modo in queste settimane di studiare il percorso della corsa. Che Giro ti aspetti, soprattutto in considerazione del suo tracciato?
“Tutti i Giri sono difficili, e quello di quest’anno non lo è da meno. E’ una corsa piena di insidie e di incognite, a partire dalle prime tappe in Irlanda, un Paese che ciclisticamente non conosco bene, ma so che dovremo aspettarci pioggia e vento forte, condizioni che non rendono semplice una gara. Poi una volta arrivati in Italia troveremo le montagne, e le salite inserite quest’anno in calendario sono davvero importanti. Per non parlare poi delle cronometro, estremamente lunghe e di difficile interpretazione. Il Giro, comunque, penso che si deciderà tutto nell’ultima settimana, quando arriverà il Gavia e le altre montagne”
Quando dici “le altre montagne” ti riferisci soprattutto alla scalata dei 1730 metri del Monte Zoncolan, piazzato nella penultima giornata del Giro. Pensi che la vittoria finale si possa decidere su quei tornanti?
“Il Monte Zoncolan nella penultima tappa del Giro molto probabilmente rappresenterà il passaggio decisivo per l’assegnazione della vittoria finale. Affrontare quella salita non è mai facile, farlo alla fine della corsa, quando la stanchezza inizia a farsi sentire lo renderà più impervio che mai. Nel percorso del Giro troviamo salite estremamente dure, però lo Zoncolan, messo in quella posizione, è destinato a fare male. Se i pretendenti alla vittoria finale dovessero arrivare all’appuntamento con questa salita con distacchi ancora colmabili, sicuramente troverebbero una buona occasione per guadagnare o mettere in difficoltà l’avversario diretto”
Un’altra tappa che in molti additano tra le più belle ma, soprattutto, tra le più importanti dal punto di vista della classifica è la cronometro Barbaresco-Barolo. Che opinione hai di questo passaggio nel Cuneese?
“E’ una cronometro che si potrà godere chi non ha ambizioni di classifica. E’ una tappa splendida tra paesaggi davvero molto belli, quindi chi non corre per la maglia rosa magari potrà anche dare una sbirciatina al paesaggio durante la cronometro. Chi invece, come me, cercherà di stare nelle parti alte della classifica, dovrà interpretarla al meglio per non avere delle brutte sorprese alla fine. E’ una cronometro atipica, è molto lunga e presenta dei tratti in salita, e questo mi fa ben sperare perché mi consente di difendermi a cronometro cercando di limitare i danni, e poi dire la mia in salita”
Michele, il tuo nome è inserito nell’albo d’oro del Giro d’Italia ma la tua vittoria, nel 2011, è stata abbastanza strana, essendo giunta a tavolino dopo la squalifica di Contador. Che sensazioni provi se pensi a quell’anomala affermazione?
“Come hai detto tu è stata una vittoria strana. Il titolo mi è stato dato a febbraio quando avevo già iniziato la nuova stagione, quasi non ci pensavo più. Come ho sempre detto, Contador quella gara l’ha vinta sulla strada. Il Giro del 2011 lo ha corso sotto inchiesta ma lo ha vinto, è arrivato sul traguardo finale con la maglia rosa e ha festeggiato. Io non ho mai indossato la maglia rosa e non ho potuto gioire, quindi le sensazioni provate sono strane, quasi irreali”
Credi che l’ “estemporaneità” di quella vittoria possa esserti di stimolo in questo Giro, per affermare la tua superiorità su strada?
“No, assolutamente no. Io non corro per dimostrare qualcosa, non prendo parte al Giro d’Italia per spirito di rivincita o per dimostrare di aver meritato la maglia rosa nel 2011. Io so quello che valgo, so quello che ho vinto in carriera e non penso di dover dimostrare qualcosa a qualcuno. Io corro il Giro d’Italia perché è una corsa che mi piace molto, mi emoziona ed è sempre un piacere prendervi parte”.
Dopo il Giro ti tufferai nella realtà del Tour de France dove il tuo compagno di squadra Vincenzo Nibali correrà per la maglia gialla, magari beneficiando del tuo supporto…
“Vincenzo ha tutte le carte in regola per giocarsi fino alla fine la corsa più importante al mondo, ed io spero di poterlo aiutare nell’impresa. Io affronterò le due corse con due ruoli ben diversi, al Giro ci arriverò da capitano e correrò per fare classifica e quindi la responsabilità sarà tanta. Al Tour il mio ruolo sarà diverso perché dovrò stare al fianco di Vincenzo e dovrò dire la mia soprattutto in qualche tappa di montagna. Non è una cosa semplice affrontare le due gare soprattutto da un punto di vista fisico e mentale, però conto di riuscire a gestire bene le due situazioni anche grazie alla maturità e all’esperienza accumulata in questi anni di corse”.

 

Fabio Magliano

Nella foto Michele Scarponi in gara ad Alba

 

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