Sequestro di beni pari a oltre 300.000 euro, ad un commercialista evasore del verbano

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Al culmine di indagini in materia di reati tributari, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Verbania, avendo rilevato indebiti profitti provenienti da reato per oltre 1.600.000 euro, ha eseguito il sequestro preventivo per equivalente disposto dall’A.G. di Verbania su somme, titoli ed altre disponibilità, per un importo, al momento, pari a oltre 300.000 euro, in capo ad un commercialista verbanese, S.A. le iniziali del cognome e del nome, molto attivo professionalmente in Lombardia, con studio in Milano, oltre che nel nordest ed in varie regioni italiane tra cui Friuli Venezia Giulia e Sicilia.

Le lunghe indagini, svolte dal Nucleo di P.T. e dirette dal Sostituto Procuratore di Verbania, dott. Argentieri, che hanno visto un serrato scambio informativo e una fattiva collaborazione con altri reparti del Corpo, avevano già consentito, nell’estate 2015, il deferimento all’A.G. di Verbania del professionista per gravi reati tributari riguardanti infedeli dichiarazioni dei redditi e iva, omessa presentazione di dichiarazione IVA, indebite compensazioni ed occultamento dell’impianto contabile per gli anni dal 2012 al 2015, i quali avevano portato, nell’autunno del 2016, all’emissione, da parte del GIP di Verbania, dell’ordinanza degli arresti domiciliari a carico del medesimo professionista presso una struttura protetta dove il medesimo si era già fatto ricoverare, provvedimento motivato sulla base della sua estrema dimestichezza con sistemi fraudolenti, del numero delle condotte incriminate e del volume di imposte evase.

Nello specifico, il commercialista aveva posto in essere, mediante il suo fattivo operato, un complesso fenomeno fraudolento, abilmente congegnato a fini di evasione fiscale, volto alla commissione dei reati soprattutto ex artt. 4 e 10 quater del d.l.vo 74/2000, presentando dichiarazioni infedeli e non versando somme dovute all’Erario attraverso l’utilizzo in compensazione, ex art. 17 d.l.vo 241/97, di crediti inesistenti.

Tali condotte, perpetrate nel corso di diversi anni e replicate con i propri clienti nella qualità di dottore commercialista intermediario abilitato e/o depositario delle scritture contabili obbligatorie, hanno consentito di ricavare illeciti ed ingenti vantaggi a danno dell’Erario, portando lo stesso ad essere sospeso dall’ordine dei commercialisti di Milano.

L’elevata tendenza a delinquere e la pericolosità del professionista indagato sono evidenziate, oltre che dal suo coinvolgimento in procedimenti penali pendenti presso diversi Tribunali d’Italia per delitti di analoga specie, da numerosi ulteriori aspetti emersi dall’esito dell’attività d’indagine.

Lo stesso, infatti, venuto formalmente a conoscenza delle indagini nei suoi confronti, ha tentato di celare le condotte criminose de quibus dietro il paravento di altri professionisti del settore, al fine di poter continuare indisturbato la propria attività delittuosa.

Inoltre, lo Studio commercialista, anche mediaticamente, attraverso locali emittenti televisive lombarde, vantando una consolidata esperienza, offriva consulenza in materia societaria e tributaria assieme ad un gruppo di associati fondando il tutto, a suo dire, su principi quali etica e professionalità.

La conseguente attività ispettiva di carattere fiscale ha consentito di rilevare elementi da proporre per il recupero a tassazione di: – ricavi non dichiarati per euro 1.006.247,96; – costi non deducibili per euro 1.970.151,00; – crediti d’imposta indebitamente fruiti per euro 638.000,00; – IVA evasa per euro 708.188,45.