Decreto voucher: “Ennesima disputa ideologica a danno di PMI e occupati” | La posizione di Confapi: “Molte piccole e medie aziende hanno promosso il welfare interno, altro che flessibilità fine a se stessa”

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Sui voucher, al pari di altre questioni di rilievo economico-sociale, si è consumata l’ennesima bagarre ideologica a danno di piccole e medie imprese e occupati.

A pagarne il prezzo saranno ancora una volta i sistemi economici e lavorativi locali, radicati nei rispettivi territori e meno inclini a delocalizzare.
Anche l’associazione Confapi, con l’approccio caratteristico delle realtà socialmente consolidate, interviene sulla vicenda del più recente decreto governativo che ha abolito i buoni per il cosiddetto lavoro accessorio.

“Si è scelta una scorciatoia fondata su dogmi contrapposti, che non affronta i problemi e non promuove le soluzioni. La questione dei picchi produttivi e degli strumenti lavorativi necessari a fronteggiarli, da oramai oltre vent’anni forma oggetto di intervento legislativo, che ha prodotto come risultato una moltitudine di opzioni ciascuna di efficacia dimezzata. Questo perché, appena varato uno strumento, lo si lasciava attuato a metà e se ne studiava uno nuovo”, commentano il presidente Pierantonio Invernizzi e i Vice Luciano Piovano e Giuseppe Rossetto.

“La questione, da sempre sottolineata dalle PMI e dal sistema Confapi, è che nessuno strumento di flessibilità è sostenibile in assenza, prima di tutto, di una effettiva ripresa generale e, in parallelo, di una rimodulazione delle tutele sociali.

Il mercato del lavoro, anche quello piemontese, corre, cammina o resta fermo in funzione dello stato di salute dei due pilastri, quello della flessibilità e quello sociale.

Le proposte elaborate a livello nazionale da Confapi puntavano a valorizzare lo strumento del voucher in un quadro di rilancio pieno della produttività aziendale e come possibile conseguente leva occupazionale.

Del resto, le PMI hanno sviluppato, anche in questi anni di crisi, e con investimenti a proprio carico, soluzioni innovative di welfare aziendale a sostegno dei propri dipendenti e collaboratori e delle loro famiglie, a fronte di servizi pubblici ridotti, e anche il sistema Confapi Cuneo evidenzia non pochi fiori all’occhiello.

Questa è la migliore risposta a coloro che dipingono a fosche tinte una componente datoriale propensa solo alla flessibilità a ogni costo. L’ultima cosa di cui il mercato del lavoro italiano, piemontese e cuneese ha bisogno è di provvedimenti che lascino i problemi privi di soluzioni”.