Canali storici comune di Vignolo: continua l’assalto per costruire centrali idroelettriche | Tutto a discapito dei manufatti storici risalenti al 15° secolo e del paesaggio

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Continua l’assalto ai canali storici sulla sponda destra della Stura nel Comune di Vignolo: da diversi anni si ripresentano richieste di autorizzazione per costruire centrali idroelettriche lungo i canali, con la compromissione dei manufatti storici risalenti al 15° secolo e del paesaggio limitrofo.

Tutta la zona interessata dai progetti si presenta di notevole valenza ambientale e paesaggistica, tanto che il Comune di Vignolo, con l’approvazione di apposita deliberazione da parte della passata amministrazione, ha inoltrato in Regione la proposta di variazione di classificazione della fascia fluviale della sinistra Stura, così come era stata intesa dall’amministrazione stessa all’atto della sua adesione all’ampliamento del Parco Fluviale Gesso e Stura, per tutelare la fascia che costeggia il fiume Stura nelle aree non interessate da edificazioni e oltre i limiti del Parco Fluviale.

In questa zona ricadono i tre canali, Roero, Miglia e Morra, che scorrono affiancati, a livelli diversi, contribuendo a creare un paesaggio unico, adatto ad escursioni in bicicletta e a piedi.
L’area diverrebbe così “area naturale di salvaguardia” e non più “area contigua”, con evidenti maggiori vincoli di tutela, inclusi i canali storici, che rappresentano anche importanti corridoi ecologici.
Lo stesso Piano Paesaggistico Regionale, nell’ambito “Pianura e Colli Cuneesi” n° 58, nel quale è anche compreso il Comune di Vignolo, prevede all’interno delle caratteristiche storico-culturali il fattore strutturante del sistema dei canali storici, di origine medievale e moderna, ad uso rurale e protoindustriale.

Nelle direttive contenute all’art. 25 si prevede di: “mantenere le tracce delle maglie di appoderamento romane (centuriazione) o comunque storiche con i relativi elementi di connessione funzionale (viabilità, rogge e canali, filari alberati, siepi e recinzioni storiche) e tutelare e mantenere le opere, di età medievale o posteriore, di regimazione delle acque”.
E allora perché, nonostante i ripetuti solleciti alla Regione, ancora non si è provveduto alla tutela di questo patrimonio storico-ambientale e si è costretti a contrastare nuove richieste di autorizzazione di derivazione irrigua e progetti devastanti? Solo colpevole inerzia, o altro?
Attendiamo risposte sollecite, chiare e definitive.