PMI, saldo negativo in Granda impone di accelerare sulla doppia “I” | La sfida Confapi tra innovazione e internazionalizzazione 4.0

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Crescita statisticamente negativa per la locomotiva imprenditoriale cuneese con riferimento a tutto il passato anno 2016.

Le movimentazioni del registro aziendale del sistema camerale indicano infatti, con riferimento ai dodici mesi in questione, un saldo negativo fra avviamenti e cessazioni di 32 imprese, pari a una differenza fra 4111 e 4143.
Un dato che appare dovuto a più concause, dalla saturazione del mercato interno per le PMI agli effetti delle riorganizzazioni e ristrutturazioni intervenute nei vari settori al fine di assecondare le tendenze legate a cali di redditività e accresciuta concorrenza sui costi.

“Il dato imprenditoriale, incrociato con il dato relativo alle assunzioni in calo – commenta il presidente provinciale di Confapi Pierantonio Invernizzi, coadiuvato dai vice Luciano Piovano e Giuseppe Rossetto – indica una sorta di emergenza PMI che abbiamo il dovere di recepire e di gestire con soluzioni strategiche di ampliamento strutturale dei mercati di riferimento delle stesse. Il modello piccolo imprenditoriale e dell’iniziativa individuale e familiare resta naturalmente attuale, tuttavia ha necessità di essere aggiornata alle nuove sfide e necessità, che riguardano in sostanza i capitoli dell’innovazione interna e della commercializzazione esterna, ossia l’internazionalizzazione di cui Confapi fu pioniera, per la provincia Granda, fin dagli inizi del Duemila, quando le nostre imprese si trovarono a fare i conti con la prima grande crisi dell’indotto metalmeccanico”.

Proseguono i tre dirigenti di categoria: “Gli sgravi assuntivi, che vanno adesso diradandosi, hanno spostato il baricentro occupazionale lontano dai giovani, i quali hanno tentato in moltissimi casi la via della auto-imprenditorialità.

Una scelta che va sostenuta e supportata come volàno per favorire una occupazione orientata alla innovazione e alla internazionalizzazione del made in Italy, che ha nel Piemonte e nella Granda un fulcro strategico in senso quali-quantitativo. Il pacchetto di aiuti per l’industria 4.0, in fase di conversione parlamentare, sta evolvendosi nella giusta direzione ma deve evitare di rappresentare l’ennesimo sostegno a scadenza, dal momento che innovare e internazionalizzare la propria impresa impone uno sforzo valutativo e una assunzione di rischio destinati a non esaurirsi nei prossimi diciotto mesi, ma a ripetersi in maniera ciclica, in ragione anche della maggiore frequenza dell’insorgere di crisi di mercato.

Positivo il principio secondo cui è giudicato innovativo anche l’investimento finalizzato ad ammodernare i macchinari e i sistemi già esistenti, casi importanti per le PMI che molto spesso non riescono ad acquisire la forza finanziaria per sostituire tour court le linee tecnologiche preesistenti”.