Savigliano: un viaggio nella storia dell’unità nazionale col prof. Ambroggio

0
413

Febbraio ricco di serate culturali per il comune di Savigliano, la prima conferenza si è tenuta nella serata di ieri, giovedì 2 febbraio, presso l’antico Palazzo Comunale della città dal titolo Storia: La difficile Unità.

Il relatore dell’incontro, organizzato in collaborazione con l’Unitre cittadina, era l’ormai ex presidente del consiglio comunale dell’amministrazione Cussa Giulio Ambroggio che, fra l’altro, è indicato da molti come futuro primo cittadino di Savigliano, ma prima bisognerà passare per le primarie del centrosinistra, o almeno fare chiarezza all’interno del partito.

Il professore Ambroggio, forte di una tesi di laurea in storia del rinascimento, ha analizzato il difficile viaggio che ha portato all’unità nazionale partendo dalla celebre frase di Massimo D’ Azeglio “Fatta l’Italia ora bisogna fare gli italiani”.

Il relatore ha cercato di evidenziare le grandi difficoltà che ci sono state, in primis quella di mettere assieme popolazioni diverse tra di loro per la cultura, la lingua e le tradizione, volerle unire sotto un’unica bandiera che rappresentava una nuova nazionale, non fu di certo semplice trasformare una società con molte differenze al suo interno in uno stato unitario. Fra i tanti problemi quelli che hanno reso più difficile l’opera di unificazione furono il forte analfabetismo e il problema legato al pareggio di bilancio con il nuovo governo unitario che cercò di coprire i buchi dei tanti stati annessi con nuove imposte che andarono a colpire direttamente i cittadini, non sono mancati poi alcuni aneddoti legati al territorio saviglianese come quando nella seconda metà dell’Ottocento numerose famiglie contadine smisero di coltivare quello che erano abituati a coltivare per dedicarsi alla lavorazione della barbabietola da zucchero, ma poi quando l’America decise di esportare in Europa gran parte dello zucchero molte famiglie furono ridotte alla fame.

l’Italia fu poi penalizzata anche dalle scelte delle ”amicizie” sbagliate fatte in passato, una nazione come la Francia sulla quale avevamo sempre contato da dopo l’unità non fu più nostra alleata e quindi ci furono grossi problemi legati alla politica estera e appunto ai rapporti internazionali, questo penalizzò anche i settori produttivi con uno sviluppo industriale che arrivo quasi mezzo secondo dopo rispetto agli altri stati europei.

Come ha sottolineato il relatore molti problemi sono stati risolti, almeno sulla carta, come il famigerato pareggio di bilancio e soprattutto l’analfabetismo ma altri sussistono ancora oggi, uno su tutti: la criminalità organizzata.

“Concludendo possiamo dire che oggi viviamo in un paese con ancora dei difetti e molto pasticciato ma che comunque ancora ci piace“.

 

EB