Industria, “ancora troppe le incognite dietro i segni più” | Confapi: “La crescita sotto tono della produzione industriale nella Granda conferma che le PMI hanno difficoltà ad accedere ai vari sgravi”

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Fatturato trainato dai macchinari, ordinativi trainati dall’estero. In mezzo, l’occupazione che non decolla e il prodotto interno stagnante.

Un cocktail che viene analizzato con la dovuta attenzione dal Sistema Confapi, che commenta – collegandoli alla realtà cuneese – i dati più aggiornati provenienti dal mondo industriale italiano.

I segni positivi che ancora più recentemente si sono scorti a proposito del settore della manifattura, con la buona performance dei fatturati e un piccolo balzo per gli ordini, non vanno disgiunti dal riferimento a una legislazione a oggi fortemente condizionata da incentivi e sgravi sotto proroga o comunque destinati a decrescere nella propria entità prevista, oltre che neutrali nei confronti della dimensione dell’impresa destinataria e dunque universali.

“Come Confapi, dal livello nazionale a quello locale stiamo prestando grandissima attenzione al tema della liquidità aziendale e degli strumenti necessari a riposizionare in Italia, e quindi in Piemonte e nel Cuneese per quel che ci riguarda, il baricentro occupazionale – commentano il Presidente Pierantonio Invernizzi e i Vice Giuseppe Rossetto e Luciano Piovano – Talvolta, nell’analisi della normativa vigente su sgravi e incentivi, l’impressione è che si voglia andare da un eccesso di complicazione a uno opposto di semplificazione, con un livellamento di tutti i potenziali beneficiari.

Nella condizione attuale, determinati investimenti in capitale fisso, ossia in macchinari, possono essere realizzati solo dalle imprese maggiori, più difficilmente da quelle medio-piccole.

Prova ne sia che nella seconda parte dello scorso anno, nella Granda la produzione industriale è cresciuta sotto la soglia del 2 per cento, pur in un periodo in cui già erano operativi gli strumenti nazionali del super ammortamento adesso prorogato”.

Naturale, pertanto, che il fatturato cresca trainato dall’acquisto di impianti, e che questo tuttavia non si traduca in un aumento di pari livello di ordinativi e occupazione.
“Nei prossimi mesi – proseguono i tre dirigenti di categoria – soprattutto in territori a economia produttiva diffusa come quello provinciale cuneese, queste contraddizioni possono manifestarsi in tutta evidenza. Anche perché, allo stato attuale, non sembrano scorgersi strumenti ad hoc per rilanciare i distretti di PMI e per sostenerne la vocazione internazionale, laddove è dimostrato, nella statistica e nella realtà, che solo oltre confine è possibile intercettare una domanda per consumi certa nel tempo”.

Due i filoni di intervento su cui le PMI cuneesi chiedono un interessamento istituzionali ai livelli regionale e governativo statale: “La riattivazione dei buoni per l’internazionalizzazione, un capitolo su cui Confapi è stata pioniera nel dibattito nazionale come in quello locale, e la previsione di norme che, a proposito di super ammortamenti e di ammodernamenti impiantistici, siano premianti per quegli investitori che si approvvigionino presso i distretti locali di imprese. Altrimenti gli effetti espansivi rischiano di essere poco percepibili nell’economia reale dei territori”.