Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, nel Tavolo di filiera tartufo | “È necessario garantire la tracciabilità del prodotto, per distinguerlo da quello estero”

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Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, è stato nominato, quale rappresentante di Confagricoltura a livello nazionale, all’interno del Tavolo di filiera tartufo.

Istituito l’anno scorso dal ministero delle Politiche agricole e forestali, il tavolo mette insieme in modo permanente cercatori, agricoltori, commercianti, trasformatori, organismi di ricerca scientifica, amministrazioni centrali e Regioni per concordare degli strumenti a favore del settore, sia per la parte di tutela e miglioramento ambientale sia per la parte di garanzia del prodotto alimentare, compresa la tracciabilità delle importazioni.

“Sono particolarmente soddisfatto che, come rappresentante di una provincia dalla forte tradizione tartuficola, sia stato nominato all’interno del Tavolo di filiera del tartufo che si prefigge, tra i suoi obiettivi, di valorizzare tutta la filiera italiana – spiega Enrico Allasia – Proprio il nostro territorio, in particolare l’Albese, il Roero e il Monregalese, rappresenta infatti una delle aree in Italia maggiormente vocate alla produzione del tartufo, capace di garantire sostentamento a numerose famiglie e di caratterizzarsi anche come eccellenza enogastronomica dalla forte valenza turistica”.

Con la Legge numero 122 del 7 luglio 2016, inoltre, è stato recentemente modificato il trattamento fiscale delle attività di raccolta, adeguandole agli obblighi europei e introducendo la tracciabilità delle transazioni. Viene applicata l’Iva al 10 per cento sulle cessioni e, inoltre, scompare l’obbligo di emettere autofattura per l’acquisto.

“Sulla legge come è ovvio ci sono ancora punti di vista molto articolati e anche diversi tra cercatori, commercianti e trasformatori – dice ancora Allasia -. In questa fase si sta discutendo di temi fondamentali per la crescita e la valorizzazione di tutto il settore: dalla tracciabilità del prodotto, alla fiscalità, alle modalità per la messa in commercio di prodotti a base di tartufo. Il tutto nell’ottica di tutelare chi coltiva, chi commercia e chi consuma. Come prima cosa è necessario garantire la tracciabilità del tartufo, requisito fondamentale per il consumatore, ma anche strumento di tutela del prodotto nazionale, bianco o nero che sia, rispetto ai tartufi che provengono da oltre confine”.