“Come fiori nel vetro” | Allestimento al castello di Racconigi in ricordo degli ebrei deportati e ispirato al coraggio della giovane polacca Irena Sendler

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357 nomi di ebrei deportati dal Cuneese ad Auschwitz nel 1943, ciascuno conservato simbolicamente all’interno di 357 barattoli di vetro, proprio come fece la polacca Irena Sendler con i nomi dei 2500 bambini ebrei di Varsavia che riuscì a salvare dalla morte.

Per ricordare le esistenze di queste 357 vite spezzate e rendere omaggio a tutti i deportati e al coraggio della giovane Sendler, in occasione del Giorno della Memoria Progetto Cantoregi cura l’allestimento scenico “Come fiori nel vetro” al Castello di Racconigi (che promuove l’iniziativa).

“Come fiori nel vetro”, il cui titolo rimanda alle esistenze che la memoria riporta alla vita, inaugura venerdì 27 gennaio 2017 alle ore 18 nel Salone d’Ercole del castello di Racconigi (prenotazione obbligatoria, ingresso libero). Sarà visitabile fino a domenica 19 febbraio. Orari: da martedì a domenica dalle ore 9 alle 18. Al Salone d’Ercole si accede con il biglietto di ingresso al castello (5 euro).

“Come fiori nel vetro” è un suggestivo allestimento scenografico con 357 barattoli di vetro che custodiscono al loro interno i nomi degli ebrei italiani e stranieri deportati ad Auschwitz il 21 novembre 1943: ebrei provenienti dal sud della Francia che cercarono la salvezza in Italia al seguito della Quarta Armata dell’esercito italiano, ormai allo sbando, e che furono rinchiusi nel campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo.

In parte già raccontate nello spettacolo di Progetto Cantoregi “Il Prete Giusto” (2009), le loro identità sono state riportate alla luce nel volume “Oltre il nome.

Storia degli ebrei stranieri deportati dal campo di Borgo San Dalmazzo” (Le Château Edizioni, 2016), grazie al lavoro di Adriana Muncinelli ed Elena Fallo, ricercatrici legate all’Istituto Storico della Resistenza cuneese.

 

All’inaugurazione dell’allestimento letture dal vivo riproporranno alcune di queste storie, tra cui quella di Gerard Zynger, che a sette anni, dopo un ricovero in ospedale per un attacco epilettico e a seguito di un’ordinanza della Procura della Repubblica di Cuneo, si ritrovò nel manicomio di Racconigi, mentre i genitori, ebrei di origine russa, trovarono la
morte ad Auschwitz.

A Racconigi Zynger dimorò fino al 1960, anno in cui venne trasferito all’ospedale psichiatrico di Volterra. Il libro “Oltre il nome” sarà presentato mercoledì 8 febbraio alle ore 18, nella Sala Cinema del castello di Racconigi alla presenza di Adriana Muncinelli.

“Come fiori nel vetro” vuole anche essere un omaggio al coraggio di Irena Sendler, giovane assistente sociale a Varsavia, che salvò quai 2500 bambini dalla morte. Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale, Sendler riuscì a trasportare fuori dal ghetto bambini di tutte le età, ricollocandoli in famiglie e conventi con documenti falsi.

Tenne un registro con i loro indirizzi di abitazione, nella speranza che potessero tornare dai proprio genitori alla fine della guerra.

Nascose per anni in barattoli di marmellata vuoti i fogli con i nomi delle famiglie d’origine.

Arrestata e torturata dalla Gestapo, non rivelò mai i nomi dei bambini. Alla fine della guerra questi preziosi contenitori di

vetro furono recuperati da Irena e utilizzati per ricontattare 2000 bambini.

Purtroppo nella maggioranza dei casi il ricongiungimento non fu possibile perché le loro famiglie erano state sterminate. Nel 1965 ad Irena venne conferita la medaglia di “Giusta tra le nazioni” dagli israeliani.

Il Salone d’Ercole brillerà così di barattoli in vetro dalle diverse forme e dimensioni.

Ciascuno di questi, oltre a contenere i nomi della persona scomparsa, farà sbocciare al proprio interno un fiore, simbolo della memoria che non vuole appassire e del ricordo custodito nel cuore dei vivi.
Una memoria che resiste al male, rappresentato dai rotoli di filo spinato che stringono come una morsa i contenitori in vetro.

I frutti dell’albero del melo, che scendono dal soffitto come una pioggia benevola, ricordano il coraggio di Irena e le tante piccole vite da lei salvate e celebrano il valore della solidarietà umana.
Progetto Cantoregi L’impegno civile e sociale è al centro della ricerca espressiva di Progetto Cantoregi.

L’attività della compagnia carignanese prende il via nel 1977, grazie all’idea del regista e autore Vincenzo Gamna di creare
un teatro popolare capace di coinvolgere l’intera comunità in tutte le fasi di preparazione e realizzazione di una pièce, una sorta di autodrammi sul modello del gruppo del Teatro Povero di Montichiello in Val d’Orcia.
Progetto Cantoregi trae la propria denominazione da un progetto, commissionato dai Savoia nel XVIII secolo, per la costruzione di un teatro nella città di Carignano, ideato dall’architetto Pietro Maria Cantoregi, che però non venne mai realizzato. Assumendo il nome di Progetto Cantoregi, la compagnia ha inteso affermare la propria vocazione progettuale, volta ad una teatralità popolare, vagante, senza fissa dimora, come in una perenne bohème di ricerca. Le sue proposte espressive si ispirano in particolare alla storia contadina e degli eroi del quotidiano.
Dal 2001 organizza il festival La Fabbrica delle Idee, chiamando a raccolta nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Racconigi le più importanti realtà italiane del teatro sociale e di impegno civile.
Dal 2001 a 2011 ha ideato e curato le mostre invernali al castello di Racconigi, volte a valorizzare e trasmettere i contenuti di arte e di storia della residenza sabauda, portando nelle sale e nel giardino del palazzo reale migliaia di visitatori dal Piemonte e da tutta Italia.

Info e prenotazioni:
Castello di Racconigi: 0172.84005-84595 – [email protected], [email protected]
Progetto Cantoregi 335.8482321 – 338.3157459 – i[email protected]
Ufficio stampa: Paola Galletto – [email protected] – 340.7892412