Nel Castello di Virle si rivive la Shoah attraverso i ricordi di un’ex deportata | Andrà in scena: “Ho sognato la cioccolata”, venerdì 27 gennaio ore 21

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Immedesimarsi nell’altro, anche solo per un’ora. Sentendo il freddo che taglia la faccia. In fila, ad ascoltare. Immedesimarsi per non dimenticare.

In occasione della Giornata della Memoria venerdì 27 gennaio alle 21 andrà in scena nel giardino del Castello di Virle (ex Istituto San Vincenzo De’ Paoli di Via Birago 4) lo spettacolo teatrale “Ho sognato la cioccolata”, basato sul romanzo di Trudi Birger – biologa e scrittrice tedesca dal sangue ebreo e miracolosamente scampata dai campi di sterminio.

Testi e regia sono di Ivano Arena, che si occupa di teatro da oltre venticinque anni.

Il cast è formato da Martina Costa, Elisa Scarpina, Vanessa Vanzetti, Adriele Chiango, Enrico Gili e Mattia De Monte con la partecipazione straordinaria di Valentina Veratrini, attrice professionista che interpreterà la “Trudi-donna”, aprendo e chiudendo lo spettacolo con monologhi emotivamente intensi.

Tra musiche e colori, i teatranti indosseranno abiti minuziosamente curati: «La mia è una provocazione – spiega Ivano Arena – dettata da una grande passione per il teatro popolare, perché non è facile recitare a due-tre gradi sotto lo zero. Replichiamo questo spettacolo a quasi tre anni di distanza. Nel 2014 aveva riscosso un buon successo».

All’epoca rientrava in un programma didattico e i protagonisti erano ragazzi e ragazze delle scuole medie.

Oggi gli interpreti invece hanno tra i trenta e i quarant’anni e molta esperienza nel mondo teatrale.

«Il nostro adattamento andrà al di là del romanzo – anticipa Arena – Ci saranno aneddoti e testimonianze che rievocheranno gli anni della Shoah. Al termine ci sarà anche una sorpresa per il pubblico. Sicuramente gradita».

Quaranta minuti intensi e toccanti: «Ho avuto modo di girare in tutti i migliori teatri del Piemonte – continua – e ho capito che per lasciare il segno nella gente è necessario proporre spettacoli che non superino i settanta/ottanta minuti, cosicché resti alta l’attenzione e il pubblico si immedesimi nella messa in scena. Credo che “Ho sognato la cioccolata” sia il miglior modo per commemorare una tragedia simile».