Presentazione del libro “Oltre il nome” al cinema Monviso di Cuneo

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Martedì 17 gennaio alle ore 9, presso il Cinema Monviso di Cuneo, si terrà la presentazione del libro “Oltre il nome”.

Storia degli ebrei stranieri deportati dal campo di Borgo San Dalmazzo” di Adriana Muncinelli e Elena Fallo (Le Château Edizioni), che ricostruisce le vicende personali degli oltre 300 ebrei, provenienti dal sud della Francia, che il 21 novembre 1943, partendo da Borgo San Dalmazzo, furono deportati ad Auschwitz.

Oltre il nome

A Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo, il 18 settembre del 1943 fu organizzato dai nazisti un campo di concentramento per ebrei che fu attivo fino al 21 novembre.

La RSI proseguì gli internamenti dal 4 dicembre 1943 al 15 febbraio 1944. Il campo, che fu l’unico in Piemonte e, con Fossoli, Bolzano e Trieste, uno dei quattro del nord-Italia, determinò la deportazione nei campi di sterminio di 357 ebrei. Dal 2006, a ricordo di quegli eventi, un Memoriale della Deportazione ricorda a chi passa alla stazione ferroviaria della città, i nomi dei 357 deportati.

Di essi, 334 erano stranieri, discesi dopo aver valicato le montagne, dalla Francia alla Valle Gesso nei giorni successivi all’8 settembre ’43.

Al termine di una ricerca durata nove anni, condotta attraverso la consultazione dei principali archivi europei e la raccolta di testimonianze di sopravvissuti e discendenti, il saggio ricostruisce le vicende individuali e familiari di quegli stranieri a partire dalle loro località di origine (gli Imperi: russo, austro-ungarico, tedesco, ottomano) oggi sotto ventitré diversi Stati. Prosegue con l’illustrazione degli eventi politico-economici successivi alla Prima guerra mondiale, che in tempi diversi li indussero a lasciare i luoghi di origine, e successivamente quelli in cui si erano via via rifugiati.

Una minuziosa e documentata tessitura intreccia la storia della persecuzione antiebraica, dilagata in Europa tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, con la descrizione della vita quotidiana delle diverse famiglie e il loro peregrinare attraverso l’Europa: i flussi comuni, le tappe, i luoghi di abitazione, i mille mestieri, la necessità continua e sempre più pressante di lottare per sopravvivere, gli incontri, la fortuna, la sfortuna e le scelte che li portarono passo dopo passo a finire tutti insieme in quel campo del sud- Piemonte.

La ricostruzione permette di comprendere come la persecuzione antisemita avesse intaccato fin dall’inizio, un po’ alla volta, le loro esistenze, demolito concreti piccoli o grandi progetti, progressi, successi, speranze, o infierito su esistenze già difficili e provate. Mette in evidenza sia la catena di corresponsabilità politiche che condizionarono il loro percorso di perseguitati, sia la catena di azioni individuali o collettive che ne alleviarono la pena o in certi casi deviarono la traiettoria di morte che era stata per loro pianificata.

Fa emergere inoltre la forza e la dignità estrema dei perseguitati, pronti in ogni contesto, per quanto terribile, a ricominciare a resistere, a ricucire ciò che era stato lacerato, a coltivare i valori dello spirito, proteggere figli ed anziani, senza perdere la capacità di sorriso, e senza mai umiliarsi, nonostante tutto.
Leggere oggi quelle storie confronta in modo inquietante quel passato con il nostro smemorato presente, la sua xenofobia, i nazionalismi montanti, le paure, la razionalità travolta dai pregiudizi, la difficoltà di scegliere tra valori e convenienza, la perdita di umanità.
Ed offre non pochi motivi di riflessione.