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Nei guai titolare cinese di un bar a Cuneo per l’impiego irregolare di una minorenne

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Nell’ambito delle attività di servizio quotidianamente svolte dal Corpo della Guardia di Finanza a contrasto dell’economia sommersa, sia intesa come evasione totale che sfruttamento della manodopera irregolare o “in nero”, i finanzieri della Sezione Operativa Volante della Compagnia di Cuneo hanno eseguito un’attività ispettiva all’interno di un bar, attivo nel capoluogo e gestito da cittadini di nazionalità cinese, al fine di verificare la corretta osservanza delle norme vigenti in materia di tutela dei rapporti di lavoro e di legislazione sociale.

Le Fiamme Gialle hanno accertato la presenza di una ragazza minorenne, impiegata come barista ed addetta alla cassa, che da un puntuale riscontro effettuato a posteriori tramite la comparazione delle informazioni acquisite presso il locale I.N.P.S. e quelle contenute in documenti extra-contabili acquisiti nell’ambito dell’attività ispettiva (agende in cui venivano annotati i reali turni di servizio del personale), è risultata essere impiegata presso il bar in modo del tutto irregolare. Successivi approfondimenti investigativi hanno fatto emergere che la minorenne non solo non aveva mai fruito dei previsti 2 giorni di riposo consecutivi settimanali (lavorando 7 giorni su 7), e che l’opera prestata veniva retribuita totalmente “in nero”, tramite denaro contante, ovvero tramite l’attivazione di un solo voucher, per poi percepire la restante parte in contanti. Al termine degli accertamenti, l’adolescente, avendo superato il plafond delle ore massime previste in caso di lavoro accessorio ed occasionale, è stata inquadrata come “lavoratore dipendente”, con conseguente contestazione in capo al titolare dell’attività della c.d. “maxisanzione” per il lavoratore “in nero” e denuncia dello stesso alla Procura della Repubblica di Cuneo per la violazione della Legge 17 ottobre 1967, n. 977 e successive modificazioni, normativa che regola la “Tutela del lavoro dei bambini e degli adolescenti”.

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