Acqui Terme: sgominata banda di rapinatori specializzati nei furti ai bancomat | I quattro componenti sono stati arrestati il flagranza di rato, mentre stavano provando a picconare la parete di una banca a Rho

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E’ stata denominata “Breaking wall” l’operazione condotta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Acqui Terme, che nella notte tra sabato e domenica scorsi, a Rho (MI), comune tra i più popolosi dell’hinterland milanese, ha portato all’arresto in flagranza di reato di 4 persone, un acquese e tre torinesi, tutti pregiudicati, sorpresi proprio mentre, dopo essersi introdotti attrezzati di tutto punto in un edificio in disuso adiacente la filiale della BNL, stavano praticando un foro in una parete per penetrare all’interno del locale dell’istituto di credito ove era allocato il bancomat.

 

Le indagini, avviate sin dal furto ai danni del bancomat dell’ospedale di Ovada (AL) avvenuto l’11 luglio, rivitalizzatesi a seguito di quello perpetrato a Montechiaro d’Acqui solo lo scorso 18 ottobre, grazie alla propedeutica attività di controllo capillare del territorio che ha consentito ad certo punto di “imbroccare” la pista giusta, hanno subito un’accelerazione improvvisa sabato pomeriggio allorquando i militari, appostati da alcuni giorni nei pressi dell’esercizio commerciale gestito ad Acqui da C.N., 60enne di origini calabresi ma abitante a Visone (AL), hanno visto questi chiudere anticipatamente il suo negozio di roba usata e partire a bordo della sua auto verso il capoluogo piemontese.

 

I sospetti sull’uomo, già noto agli operanti per i suoi trascorsi giudiziari, erano sorti a seguito di un suo controllo operato dai Carabinieri circa un mese fa allorquando era stato fermato, in auto, mentre si trovava in compagnia di altre due persone residenti a Torino, C.D., 33enne, pregiudicato e S.M., 56enne, anch’egli di origine calabrese, pregiudicato, tra l’altro, proprio per furto ai danni di bancomat.
Pertanto, esperiti gli ulteriori accertamenti e le verifiche del caso, i militari avevano deciso di concentrare l’attenzione nei confronti di C.N., seguendone attentamente le mosse.

 

Per tale ragione lo scorso sabato, quando lo hanno visto chiudere con notevole anticipo il suo negozio e avviarsi in macchina per prendere l’autostrada verso Torino lo hanno immediatamente seguito. Il 60enne, giunto nel capoluogo piemontese è stato visto incontrarsi con altre tre persone tra le quali i due soggetti controllati con lui ad Acqui. I quattro sono poi partiti a bordo di due auto, diretti verso il capoluogo lombardo. Seguiti con discrezione dai Militari, sono giunti a Rho, fermandosi nei pressi del citato Istituto di credito. I quattro, dopo essersi guardati ripetutamente intorno con fare sospetto, prelevati alcuni attrezzi dalle rispettive auto si sono introdotti in edificio in disuso adiacente la filiale della BNL. A quel punto, convinti che i quattro stessero facendo qualcosa che avesse certamente a che fare con la banca, i Carabinieri di Acqui richiedevano il supporto dei colleghi della Compagnia Carabinieri del posto e, una volta circondato l’edificio, decidevano di farvi irruzione, sorprendendo C.N., S.M., C.D. e lo zio di quest’ultimo, C.A., 57enne, anch’egli domiciliato a Torino e pregiudicato come gli altri suoi “compari”, intenti a picconare una delle pareti confinanti con i locali della banca.

 

Le successive perquisizioni estese agli automezzi utilizzati per giungere sul posto consentivano ai militari di rinvenire un vero e proprio campionario di arnesi da c.d. “banda del buco”, comprese bombole di gas e fiamma ossidrica per forare eventuali pareti di metallo, posti tutti sotto sequestro unitamente a capi di abbigliamento per il travisamento e ricetrasmittenti per intercettare le comunicazioni delle Forze dell’Ordine. Tra i “materiali” per commettere il reato, anche un manifesto pubblicitario della stessa BNL riprodotto ad “hoc” che i malviventi avrebbero utilizzato qualora fosse stato necessario mascherare alla vista dall’esterno il loro foro.

 

Accompagnati dapprima presso la Caserma dei Carabinieri di Rho per le formalità di rito, i quattro sono stati successivamente tradotti dai militari acquesi presso il Carcere di Milano San Vittore, ove si trovano rinchiusi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Le indagini proseguono allo scopo, tra l’altro, di accertare l’eventuale responsabilità dei predetti in ordine ai diversi furti ai danni di bancomat perpetrati nell’intera provincia alessandrina e nella vicina Lombardia.

 

c.s.