“Buon compleanno Da Vinci!”: l’ospedale Santa Croce celebra i tre anni di attività del robot per gli interventi chirurgici

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Si è fatto aiutare da un breve video, estratto da una vecchia puntata della nota serie Tv Grey’s Anatomy, il dottor Felice Borghi, direttore di chirurgia generale dell’ospedale Santa Croce di Cuneo, per far capire quanto il robot “Da Vinci” possa aiutare il lavoro dei medici.

Nella scena in questione, l’arrivo del robot nell’ospedale viene accolto dal medico che lo dovrà utilizzare come se avesse appena ricevuto il più bel regalo di Natale: “Ecco, questa è stata la nostra reazione quando è arrivato il ‘Da Vinci’ qui”, ha scherzato il dottor Borghi, che il robot, per la prima volta, lo ha usato nel maggio 2013.

 

Da tre anni infatti questo macchinario all’avanguardia è presente a Cuneo. Proprio per festeggiare i tre anni di attività del robot, l’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle ha organizzato un incontro svolto nella sala di rappresentanza dell’ospedale cuneese. A fare gli onori di casa è stato il direttore generale, il dottor Corrado Begogni, che ha tracciato un bilancio di questi tre anni con il “Da Vinci”: “La chirurgia robotica è costosa, quindi va fatta nella maniera giusta e sul paziente adatto, in modo appropriato insomma, ma è una tecnologia importante, soprattutto per il paziente – ha detto -. Noi vogliamo che questa tecnologia vada avanti, vogliamo ampliarla il più possibile, il nostro ospedale non si può fermare”.

 

Ha preso poi la parola il direttore del dipartimento di Chirurgia generale, il dottor Felice Borghi, che grazie ad alcune slides ha cercato di far capire come avvengono gli interventi con il “Da Vinci” e quali sono i vantaggi, tracciando anche un excursus storico sul macchinario: “Il primo ‘Da Vinci’ risale al 1998, ma nel tempo si è molto evoluto, sono stati aggiunti accessori ed anche oggi le macchine sono continuamente in evoluzione e sviluppo”.

 

Negli ospedali statunitensi si registra il maggior numero di questi robot, in Italia ce ne sono 83, siamo i secondi in Europa dopo la Francia (90); solo Molise e Calabria non ne hanno uno nel nostro Pese, mentre in Piemonte ce ne sono 6: 3 a Torino, uno ad Alessandria, uno a Novara ed uno a Cuneo. “I vantaggi sono dimostrati – ha aggiunto il dottor Borghi -, si può arrivare in maniera più precisa a accurata in determinati punti. Il chirurgo gestisce la strumentazione con dei manipolatori simili a joystick e può vedere il campo operatorio tramite il monitor con visione tridimensionale, riuscendo così ad essere più lucido e molto meno stanco. Inoltre diminuisce la degenza del paziente in maniera importante e ci sono meno complicanze. Certo, i costi sono alti, ma bisogna anche capire che vengono ammortizzati dai tanti vantaggi”.

 

Quindi è stata la volta dell’altro diretto interessato nell’uso del robot “Da Vinci”, il direttore dell’Urologia, il dottor Giuseppe Arena: “Il macchinario garantisce maggiore sicurezza, un’elevata qualità tecnica, la curva di apprendimento è breve e si registra la soddisfazione del paziente, che è stata valutata con dei questionari – ha detto -. Per quel che riguarda i costi, la valutazione è complessa. Il robot è diffuso in tutto il mondo, tranne che in Africa. Al Santa Croce, dal giugno 2013 al luglio 2016, è stato utilizzato per 171 interventi di urologia. Il vantaggio principale è relativo alla degenza del paziente, che si riduce in maniera importante”.
In Italia, nel 2015 il robot Da Vinci è stato utilizzato per interventi urologici nel 67% dei casi, per interventi di chirurgia nel 16% e di ginecologia nel 10%.

 

A conclusione del proprio intervento, il dottor Arena ha voluto citare una frase del dottor Aldo Bocciardi, direttore del reparto di Urologia all’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano: “Il nostro lavoro è la salute delle persone. Poter curare i tumori urologici minimizzando gli effetti collaterali grazie alla tecnologia e all’innovazione è per noi una grande soddisfazione”.

 

Gabriele Destefanis