“Asti-Cuneo: da Cherasco ad Alba una strada alternativa per risolvere l’emergenza” | Confindustria Cuneo ha sottoposto al ministro Delrio una nuova soluzione

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Una soluzione d’emergenza che costituisce una valida alternativa all’attuale progetto dell’At-Cn ed in particolare al lotto albese II.6 ancora da realizzarsi.

È la nuova proposta di Confindustria Cuneo al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio per trovare una soluzione all’emergenza realizzabile in meno di un anno che permetta di unire con un collegamento veloce, sullo stile della tangenziale di Mondovì, l’attuale tratto interrotto dell’A33 con la Sp7 nei pressi della diga Enel. In seguito, dopo l’iter autorizzativo necessario, si potrebbe allungare la strada fino alla tangenziale di Alba seguendo il tracciato già previsto nel progetto autostradale.

 

“La soluzione individuata – spiega il presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi – si configura come ‘soluzione d’emergenza’. La proposta illustrata nasce dalla constatazione di alcune problematiche viabilistiche del territorio, come la presenza di ponti potenzialmente pericolosi per una viabilità al collasso a causa dell’elevato transito di mezzi soprattutto pesanti. Oltre ai ponti sul Tanaro e sullo Stura, nodi critici sono anche le salite spesso teatro di incidenti del Bergoglio e di strada Orti nei comuni di Cherasco e Bra, per non parlare del disagio patito quotidianamente dai centri abitati di Bra, Roreto di Cherasco e Pollenzo”.

 

La soluzione per risolvere l’emergenza in tempi rapidissimi prevede di unire con un collegamento l’attuale tratto interrotto dell’A33 con la Sp7 nei pressi della diga Enel. Spiega Biraghi: “Basterebbe realizzare una strada denominata tecnicamente “sezione tipo c1” ossia una strada extraurbana secondaria con due corsie da 3,75 metri ciascuna con carreggiata unica e banchine laterali pavimentate da 1,5 metri per una larghezza complessiva di 10,5 metri di superficie pavimentata, per capirsi una strada uguale alla tangenziale di Mondovì. La strada collegherebbe il ponte ‘monco’ dell’A33 al punto esatto in cui l’attuale progetto autostradale prevede l’uscita della galleria di Verduno, più precisamente all’intersezione tra la Sp7 e il tracciato autostradale, in prossimità degli stabilimenti della Fratelli Revelli srl e della Bocchino srl. L’interconnessione avverrebbe tramite una rotonda che, tra l’altro, collegherebbe facilmente la strada che porta all’ospedale di Verduno”.

 

Secondo lo studio dell’Unione industriale, sottoscritto anche dalla presidente di Ance Cuneo, Elena Lovera, dall’imprenditore delegato Domenico Monge e dall’ingegnere autore del progetto Giovanni Brero, la soluzione sarebbe realizzabile con un importo che valutato a costi standard dell’ex Autorità di vigilanza dei lavori pubblici, oggi Anac, si aggira sui 9,9 milioni di euro (per 3,8 km di tratta) come da importo base di un’eventuale gara d’appalto. I costi d’opera stanti i ribassi medi di mercato, potrebbero scendere ancora notevolmente. Questa soluzione, oltre a soddisfare l’emergenza immediata, si configura come propedeutica alla completa realizzazione di un collegamento fino alla tangenziale di Alba, seguendo il tracciato già previsto nel progetto autostradale. In futuro, dopo l’iter autorizzativo necessario, si potrebbe allungare questa strada di “sezione tipo c1” fino alla tangenziale albese (tratto lungo in tutto 5,8 km) con un costo standard di 13,3 milioni. Il valore totale dell’opera, a costi standard, sarebbe di 23,2 milioni di euro e i ribassi derivanti dalle gare d’appalto potrebbero essere eventualmente reimpiegati in opere di compensazione sul territorio, con ulteriori benefici per la messa in sicurezza della viabilità locale.

 

La tratta potrebbe poi essere raddoppiata perché diventi una superstrada (strada extraurbana principale come la tangenziale di Alba, a doppia carreggiata separata): “Con costi che si stima non di molto superiori ai 15 milioni, si potrebbe raddoppiare tutta la tratta e avere una superstrada in grado di assolvere le necessità del territorio in modo persino migliore dell’infrastruttura autostradale a progetto, i cui costi ammontano (fonte Ministero delle Infrastrutture) per estrema precisione all’esorbitante cifra di 760 milioni 286 mila 699 euro e 46 centesimi, evitando per altro di realizzare un collegamento autostradale sotto una collina franosa e pericolosa, con un risparmio di almeno 700 milioni, pari ben oltre il 90% dei costi previsti dal progetto autostradale. Siamo certi che tale proposta otterrà l’appoggio delle altre categorie produttive, dei cittadini, dei sindaci e dei comitati di protesta, che sempre peggio sopportano l’immobilità della situazione”.