Farigliano ripropone l’antico “Gioco dei Birilli” | Come da tradizione ogni anno a fine agosto durante la Festa del Bon Vin

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Domani, mercoledì 24 agosto, dalle 21 in Piazza Vittorio Emanuele II a Farigliano, come da tradizione, si disputerà la disfida al gioco dei birilli tra sole donne.

Di grande interesse storico ed etnografico è il Gioco dei Birilli o “dle bije”, come viene comunemente chiamato in dialetto piemontese, che viene riproposto ogni anno a fine agosto durante la Festa del Bon Vin di Farigliano e che rappresenta una delle più antiche e originali tradizioni del luogo.

Il gioco ha un’origine antichissima che pare risalire al 1300 in base alla leggenda secondo la quale esso fu ideato dalla Marchesa Isabella Doria per risolvere con una competizione tra donne l’atavico conflitto tra le due fazioni di fariglianesi, quella dei Gesian e quella dei Craciot, che si contendevano il dominio sulla Piazza. Notizie del gioco dei birilli sono, infatti, riscontrabili negli Statuti comunali medievali.
La sua particolarità consiste proprio nell’essere un gioco tutto al femminile, eccetto la figura dell’arbitro, che deve essere un maschio per tradizione. Inoltre, una delle interpretazioni maggiormente accreditate del gioco lo fa risalire a un rito di fertilità. La tesi è supportata dal modo in cui vengono disposti a cerchio gli otto lunghi birilli di legno, dell’altezza di circa 80 centimetri, con quello più alto al centro. Se il birillo centrale, chiamato “re” o “nove” e alto circa 90 centimetri, cade con la punta rivolta verso l’interno, la giocatrice ottiene 9 punti, il punteggio massimo raggiungibile abbattendo un birillo che altrimenti vale un solo punto.

Il gioco è anche interpretabile come una forma di rivendicazione nei confronti di una cultura contadina maschilista che in passato non concedeva altro svago che questo. Le donne si riunivano per il gioco la sera o la domenica per le strade. Se un tempo potevano partecipare al gioco solo le donne anziane, oggi nel corso della sua rievocazione durante la Festa del Bon Vin possono partecipare anche le donne e le ragazze più giovani.
Per colpire i birilli si usa la cosiddetta “rubata”, una boccia ogivale di legno d’olmo. Le giocatrici devono lanciare la “rubata” rimanendo al di là di una linea tracciata, chiamata “lizza”. Un’altra “lizza” viene tracciata sul terreno a un metro e mezzo circa dal cerchio dei birilli. Se la “rubata” colpisce il suolo prima di questa seconda linea il lancio è nullo.

Inoltre, il gioco si svolge a coppie. Vince la coppia che per prima totalizza 24 punti. Se, però, li supera retrocede a 14 punti, punteggio a cui si sommano i punti di supero. Qualora le manchino pochi punti per raggiungere i 24 punti, il punteggio può essere controllato dall’abilità e destrezza della concorrente, che dopo il lancio può correre a sostenere i birilli che cadrebbero in eccesso.
Oggi il gioco si svolge in un clima allegro e rilassato, ma in passato scoppiavano liti furibonde tra le squadre anche a causa delle scommesse che venivano fatte sia dalle giocatrici sia dagli spettatori.