Promozione – Pedona e Cordero, l’amore non è finito: “Dopo la retrocessione serve tanta umiltà per ripartire” |

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La retrocessione, le dimissioni, la scelta di un nuovo allenatore, poi il dietrofront, la società che gli chiede di riprendere il ruolo lasciato e lui che accetta, dopo aver meso in chiaro alcune cose. La società in questione è il Pedona, il tecnico Gabriele Cordero: da lui, dopo un’estate travagliata in cui l’addio sembrava ormai certo, riparte la formazione borgarina.

Riparte dopo un anno di Eccellenza chiuso con la retrocessione e con alcuni cambiamenti nella rosa: senatori che salutano, volti nuovi che arrivano, e tanta voglia di riscattare un’annata negativa. Di questo e di tanto altro abbiamo parlato con Gabriele Cordero alla vigilia dell’inizio di una nuova stagione sulla panchina del Pedona, che per i borgarini comincerà ufficialmente l’8 agosto con l’avvio della preparazione (tre triangolari già in pogramma: il 13 agosto con Cuneo e Pro Dronero, il 21 agosto con Busca e San Sebastiano e il 27 agosto con Valvermenagna e Bisalta).

Mister, partiamo dalla fine della passata stagione. Dimissioni, poi il ripensamento: cosa è successo esattamente?

“E’ successo che io ho dato le dimissioni come gesto di responsabilità in seguito alla retrocessione: ritenevo che in quel momento fosse giusto e doveroso, considerando che l’obiettivo della salvezza non era stato centrato, assumersi le responsabilità e farlo”.

Quindi non c’erano dietro altri motivi?

“Be’, diciamo che quello è stato il motivo principale, ma la decisione è stata dettata da un’insieme di cose, tra cui anche alcune situazioni che nell’arco della stagione passata non sono state in sintonia con quello che io intendo fare, giusto o sbagliato che sia. Parlo di cose a livello organizzativo che purtroppo l’anno scorso ci hanno penalizzato troppo. Perché è vero che ci sono stati gli infortuni e che ci sono successe un sacco di cose, ma comunque ci sono state delle situazioni organizzative che non erano adatte per il livello che dovevamo avere. E poi c’erano anche, ovviamente, delle motivazioni tecniche. La società non ha accettato le dimissioni, perché riteneva che non fossi l’unico responsabile, intanto però insieme si è lavorato e discusso su come rimpiazzare la mia figura, ed è stato contattato un altro allenatore, Macagno. Poi la cosa non è andata a buon fine e la società mi ha richiesto di prendere l’incarico: io l’avrei preso solamente avendo garanzie tecniche e strutturali, e così ho fatto. Una volta avute queste garanzie e avendo fatto chiarezza con la società su alcuni punti, ho accettato, perché ovviamente era mia intenzione continuare ad allenare, ma volevo farlo nelle condizioni giuste. La società mi ha dato carta bianca anche dal punto di vista delle decisioni da prendere, e le decisioni sono state prese, nell’ottica di raggiungere una certa mentalità e obiettivi comuni”.

Parliamo di mercato: avete perso Ricca e Milano, approdati al Busca, e Finocchiaro, e avete preso Igor Pepino, il giovane Agnelli e Giordana. Soddisfatto dei movimenti?

“Sì, sono soddisfatto. Sarà un’annata particolare, perché qualche ricambio c’è e quindi bisognerà ricostruire alcune cose da capo. Non ci sono più dei giocatori importanti, per il loro livello tecnico e per quello che rappresentavano in questa squadra; l’obiettivo non era quello di sostituirli tecnicamente, perché, tanto per dire, è molto difficile sostituire uno come Ricca in una squadra come la nostra. Però mi ha dato soddisfazione il fatto che le persone che abbiamo preso abbiano dimostrato fin da subito di essere molto motivate, e questo per me, quest’anno, è importantissimo, considerando che arriviamo da una retrocessione. Ecco, sotto questo aspetto, oltre che dal punto di vista tecnico, sono convinto che i nuovi ci possano dare una grossa mano”.

L’acquisto più importante è sicuramente quello di Igor Pepino: cosa vi può dare?

“E’ stata la prima mossa che la società ha fatto, oltre a quella di cercare di confermare immediatamente giocatori che per questa squadra sono fondamentali. Il suo acquisto è stato importante ed è stato anche importante il modo in cui è stato fatto. ll giocatore aveva la possibilità di andare a giocare in Eccellenza, ma ha dmostrato fin da subito l’assoluta intenzione di venire a Borgo. L’accordo è stato raggiunto in maniera molto veloce, non c’è stata una trattativa estenuante: queste sono cose che fanno molto piacere e che sono importanti per un allenatore, perché vuol dire partire già con un giocatore che ha le motivazioni giuste. Poi, come caratteristiche tecniche, mi auguro che ci possa dare una grandissima mano; va a completare un reparto avanzanto che, secondo me, era già importante per questa categoria. Soprattutto dopo l’infortunio di Quaranta dell’anno scorso, era un tassello importante da inserire, fermo restando che Qaranta ripartirà con noi in preparazione ed è comunque un giocatore a disposizione, anche se arrivando da un infortunio grave non possiamo, ad oggi, capire quali siano le tempistiche del suo rientro. Ma è un giocatore della nostra squadra ed è un giocatore importante”.

E per quel che riguarda le partenze? Scelte societarie o tecniche?

“Sono state scelte a 360 gradi. Per quel che riguarda Ricca, la scelta era obbligata perché non era più in linea con quelle che erano le esigenze societarie. Per Milano, una colonna di questa squadra, si è trattato di un mix di decisioni tecniche legate al discorso dei giovani e di questioni societarie; per quel che concerne Finocchiaro, invece, è stata una scelta sua, perché non avrebbe più avuto il tempo necessario da dedicare a questo tipo di impegno”.

Si riparte dalla Promozione: con quali obiettivi?

“Sicuramente sarà un anno molto difficile, perché bisogna presentarsi a questo campionato con la massima umiltà, senza pensare di essere superiori agli altri solo per aver fatto l’Eccellenza. Anzi, dobbiamo essere più umili degli altri proprio per far sì che quello che si è imparato dalla stagione scorsa possa portare i frutti sperati. Ripeto, non sarà facile: scendendo da una categoria superiore avremo tutti gli occhi addosso e tutte le squadre daranno il massimo contro di noi, sarà importante calarsi subito nella parte e avere tutti quanti le motivazioni per fare un campionato di vertice. Come avevo già detto dopo la retrocessione, dopo un anno di esperienza in Eccellenza, per questa società è giusto tornare in Promozione non accontentandosi di fare campionati anonimi, ma facendo campionati di alto livello. Poi non voglio neanche sentire dire che si vuole vincere il campionato, nessuno deve permettersi di dirlo a Borgo San Dalmazzo: noi dobbiamo puntare a fare un campionato soddisfacente, dando ai giovani, che sono bravi e un vanto della società, di crescere, cercare di fare un buon calcio e dare tutto. A Borgo San Dalmazzo inoltre c’è anche la possibilità di lavorare in grande serenità, non abbiamo il fiato sul collo di nessuno, e questo è importante. Poi quello che verrà lo vedremo strada facendo”.

Quali sono, secondo lei, le squadre che si sono mosse meglio sul mercato?

“Cose clamorose penso non siano successe in questo calcio mercato. Alcune situazioni torinesi non le posso giudicare perché non le conosco, ma sicuramente i protagonisti di questo campionato saranno il Denso, che ha fatto un’estate importante, il Carmagnola, che è sempre il Carmagnola, la Piscinese, che resta una squadra importante, e il Chisola, che ha preso Barison, un giocatore che sposta gli equilibri. Poi metto anche il Centallo, che era già una buonissima squadra ed è stata completata con un allenatore importante e con innesti mirati e di esperienza: sarà davvero un osso duro e ha tutte le carte in regola per fare un campionato di vertice. Il Pedona? Deve stare tra queste, giocarsela con loro, questo deve essere l’obiettivo”.

 

GDS