Presentata in consiglio regionale la proposta di legge elettorale per ottenere i collegi uninominali in Piemonte | A Palazzo Lascaris la proposta di legge elettorale per ridare a ogni porzione omogenea del Piemonte un consigliere regionale

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 L’Uncem, con i Comuni e il sistema di enti locali, ha presentato a Torino, nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, la proposta di legge elettorale regionale che restituisce a ciascuna delle 50 diverse aree del Piemonte, un rappresentante in Consiglio.

Un sistema maggioritario, uninominale. L’articolato è stato depositato in Consiglio regionale da 5 Comuni, Alpette, Ostana, Druogno, Pomaretto, Canosio, come previsto dallo Statuto dela Regione.

 

Obiettivo principale della proposta, lanciata nel 2013 e trasferita a questa legislatura (pdl 107, presente su Arianna), permettere alla montagna, alle “aree interne”, alle zone a bassa densità di popolazione e non solo, di avere nuovamente una voce certa, forte, non occasionale e determinata, capace di interpretarne sfide e potenzialità, rinsaldando un autentico patto tra eletto ed elettore. 50 le circoscrizioni elettorali composte, assegnando a ogni Comune un “peso specifico” dato al 75% dalla popolazione e al 25% dal territorio.

 

Alessandria avrà così 5 Circoscrizioni, 3 Asti, 2 Biella, 8 Cuneo, 4 Novara, 2 Verbania, 3 Vercelli, 23 Torino, dei quali 9 per la città capoluogo. In ciascuna circoscrizione elettorale viene eletto un consigliere regionale: uno ogni 85mila abitanti circa o, se si preferisce, uno ogni 550 chilometri quadrati.

 

Un sistema elettorale con premio di maggioranza e garanzia di rappresentanza delle minoranze; nessun “listino” presente. A costruirlo sono stati i funzionari Uncem, grazie al tavolo di lavoro al quale hanno preso parte diverse associazioni, con il supporto dell’Ufficio legislativo del Consiglio regionale.

 

““Ogni territorio ha diritto a un suo rappresentante” –- afferma il presidente Uncem Piemonte Lido Riba – “Non vale solo per la montagna. Questo lavoro guarda al futuro. Anche il territorio vota, come avviene negli Stati Uniti d’America, dove ogni Stato, indipendentemente dal numero di abitanti ha due Senatori.

Ripresenteremo questa proposta su tutto il territorio, in tutte le vallate, dove gli amministratori comunali vorranno. E una cosa deve essere chiara: oggi la montagna non è appannaggio politico per qualche partito o gruppo. Dobbiamo attaccare un sistema di interessi corporativi che guardano alla montagna per metterci sopra le mani, per prendere qualche voto pur restando ancorati ai sistemi urbani”. Oggi il sistema elettorale con otto collegi è del tutto squilibrato tra Torino e le altre province. E lo squilibrio è anche all’interno del collegio stesso di Torino che comprende città e provincia: crescono storture e disomogeneità. Perché andare a cercare voti a Ceresole Reale o Torre Pellice, quando quei voti equivalgono a due condomini di Torino? La situazione peggiorerebbe con le proposte che stanno uscendo dall’aula di Palazzo Lascaris. Quella dei quattro collegi (i quattro quadranti del Piemonte) renderebbe ancora più lontana la rappresentanza democratica omogenea e certa di tutti i territori, favorendo i consiglieri espressi dalle grandi città e facendo crescere i costi della campagna elettorale. Ne uscirebbe distrutto il rapporto eletto-elettore che invece viene rafforzato dai collegi peraltro scelti dalla riforma di legge elettorale nazionale.

A sostegno di una riforma elettorale che abolisca le preferenze (meno del 5% degli elettori le esprime scrivendo nome e cognome sulla scheda), il proporzionale e il listino, introducendo un sistema elettorale uninominale-maggioritario di collegio è stata presentata a inizio 2015 una petizione popolare promossa dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta, guidata da Igor Boni, sottoscritta da numerosi esponenti di vari schieramenti politici e assegnata alla commissione consigliare competente, che tuttavia ad oggi non ha avuto alcun riscontro nelle aule del Palazzo. Sempre sulla proposta dei cinque Comuni piemontesi sono stati oltre 200 i Consigli comunali ad aver approvato, nel 2014, un ordine del giorno che sostiene i collegi uninominali e impone venga tenuto presente il valore del territorio oltre che quello della popolazione nella loro determinazione”.