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Il carcere di Alba tornerà pienamente operativo entro la fine del 2017 | Il Sottosegretario Chiavaroli risponde all’interpellanza degli on. Monchiero e Rabino

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Dopo il question time alla Camera dello scorso 10 febbraio – con il Ministro della Giustizia Orlando che aveva garantito la bonifica e la messa in sicurezza della struttura, a seguito dell’accertamento di alcuni casi di legionella – si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda relativa al carcere di Alba, chiuso dal mese di gennaio 2016 per consentire le operazioni di bonifica dell’impianto idrico, delle condotte e dell’impianto di condizionamento dei locali, oggetto di un’interpellanza urgente dei deputati albesi Giovanni Monchiero e Mariano Rabino.

 

Grazie alla risolutezza del sindaco e dell’Asl nel tutelare la salute pubblica, nonché alla tempestività di intervento dell’Amministrazione penitenziaria nell’organizzare il trasferimento, le 122 persone detenute sono state trasferite in altre strutture”, scrivono Rabino e Monchiero nell’interpellanza, che cita poi la risposta alla precedente interrogazione: «Il Governo ha demandato alle competenti articolazioni ministeriali lo studio e l’elaborazione di progetti di ristrutturazione e adeguamento e sono già state formulate soluzioni di intervento. In particolare, considerata la priorità delle opere di sanificazione, l’amministrazione penitenziaria ha inserito i relativi interventi nel programma triennale 2016-2018. Nella consapevolezza della necessità di garantire nel modo più opportuno l’utilizzazione delle risorse necessarie, l’amministrazione ha avviato valutazioni tecniche di fattibilità per la predisposizione del progetto preliminare e l’individuazione delle modalità più utili a garantire la maggiore celerità nelle successive fasi di progettazione esecutiva, appalto, esecuzione e collaudo dei lavori affinché il carcere di Alba possa essere restituito in condizioni di assoluta sicurezza all’uso penitenziario il più presto possibile».

 

Incalza Rabino a Montecitorio: “Ad oggi, tuttavia, nonostante i grandi impegni profusi e gli sforzi iniziali, gli interpellanti sentono il dovere di tornare nuovamente sulla vicenda albese, in quanto nulla di certo si sa sull’entità degli stanziamenti dei lavori e, soprattutto, circa le modalità e i tempi di intervento ai fini dell’efficiente e rapido ripristino del sito in oggetto; la struttura, infatti, ancora chiusa e disabitata, è destinata a un inarrestabile deterioramento a causa del degrado e dell’abbandono che sta subendo: tutto ciò non favorisce certo la prospettiva di una imminente riapertura; quel che preoccupa maggiormente è che nel corso dei mesi, dopo la sospensione delle attività a favore dei detenuti per conto dei volontari, è venuta meno anche la disponibilità di terzi e privati di investire nei percorsi formativi e professionali utili ai detenuti stessi; anche il vigneto, seguito ora da un gruppo di detenuti del carcere di Fossano, rischia di esser compromesso per la carenza di cure e attenzioni necessarie”.

 

Ecco, quindi, la richiesta che chiude l’interpellanza: “Chiediamo se il Ministro interpellato sia a conoscenza della mancata risoluzione al problema in precedenza evidenziato e come ritenga di procedere, al fine di favorire la ripresa dei percorsi lavorativi, scolastici e di formazione dei detenuti, fondamentali nel loro percorso rieducativo per una migliore riuscita del processo di reinserimento sociale; come intenda intervenire per salvaguardare la struttura carceraria e per ripristinarne la funzionalità, in modo da restituirla quanto prima, sicura e risanata alla collettività, nonché evitare le negative ripercussioni sul futuro lavorativo dei soggetti coinvolti; quali siano gli interventi posti in essere al fine di far emergere le responsabilità dell’accaduto, vicenda peraltro non nuova per il carcere albese, che ha messo in serio pericolo il fondamentale e inalienabile diritto alla salute dei detenuti e dei lavoratori”.

 

La risposta del Ministero della Giustizia è affidata al Sottosegretario Federica Chiavaroli: “Conformemente alle indicazioni fornite dall’Asl competente, le opere di sanificazione avviate consistono in interventi strutturali sull’impianto idrico dell’intero complesso demaniale e nell’adeguamento dei servizi igienici dei reparti e degli ambienti detentivi per adeguarli ai criteri previsti dalla normativa vigente. Nel question time del 10 febbraio scorso, il Ministro ha già evidenziato come l’Amministrazione abbia prontamente adottato tutti gli interventi necessari ad affrontare e risolvere questa complessa situazione. Sono state infatti immediatamente avviate valutazioni tecniche di fattibilità per la predisposizione del progetto preliminare e per l’individuazione delle modalità più utili a garantire la maggiore celerità nelle successive fasi di progettazione esecutiva, appalto esecuzione e collaudo dei lavori affinché il carcere di Alba possa essere restituito il prima possibile, in condizioni di assoluta sicurezza, all’uso penitenziario. Riferisco oggi che lo studio di fattibilità per l’intervento radicale sugli impianti idro-termosanitari è stato completato e che lo scorso 1° luglio è stato nominato il responsabile del procedimento, il quale sta provvedendo alla redazione degli atti preliminari e propedeutici all’avvio della fase progettuale. Seguiranno la scelta del contraente e l’inizio dei lavori.
Per ciò che concerne l’aspetto economico, confermo lo stanziamento di 2 milioni di euro per la realizzazione del progetto di ristrutturazione. Secondo le previsioni formulate dal dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, l’intero procedimento potrebbe vedere la conclusione con il completo recupero dell’istituto per la fine del 2017. Si auspica, tuttavia, che si possa procedere con consegne anticipate di corpi di fabbrica, per una graduale e opportuna ripresa delle attività istituzionali.
Relativamente, invece, alla popolazione detenuta, evidenzio che è stata impiegata la massima cura nel garantire la necessaria continuità ai percorsi trattamentali, scolastici e professionali. Con particolare riferimento al tenimento agricolo presente presso l’istituto di Alba, al fine di non pregiudicare il lavoro svolto negli anni recenti, specialmente riguardo al vigneto ivi presente, che necessita di costante manutenzione fino alla vendemmia di ottobre del corrente anno, sono stati individuati tre detenuti dell’istituto penitenziario di Fossano che si recano con cadenza quotidiana presso tale appezzamento. Assicuro, pertanto, che massimo sarà l’impegno dell’Amministrazione, alla quale il Ministro ha chiesto di essere costantemente informato su ogni misura finalizzata a superare le persistenti criticità”.

 

Replica ancora Rabino, che ringrazia anche a nome del collega Monchiero: “Sono soddisfatto per l’esaustività delle risposte fornite; l’insoddisfazione, invece, pur a fronte di uno stanziamento di 2 milioni di euro, è originata dai tempi che si prevedono, con la consegna dei lavori a fine 2017. Mi auguro, come precisato, che diversi corpi del fabbricato del carcere di Alba possano essere invece consegnati alla loro regolare operatività in un tempo ragionevolmente più vicino”.

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