Euro 2016, Enrico Fantini parla degli ex compagni Conte e Chiellini: “La loro sintesi è la nazionale di oggi” | L’ex bomber del Cuneo ricorda il suo passato con i protagonisti dell’Europeo e ci parla del suo futuro da allenatore

0
953

La vittoria della nazionale italiana di ieri sera contro la favorita Spagna ad Euro 2016 ha esaltato tutti i tifosi azzurri, compresi i cuneesi. Tra questi, un supporter d’eccezione è Enrico Fantini, che, nella spedizione in Francia ha anche alcuni vecchi amici…

 

Stagione 1994-95. La Juventus di Marcello Lippi è campione d’Italia al termine di un grande campionato. Nella rosa dei giocatori che possono fregiarsi da quel momento del titolo nazionale, anche un ragazzino capelluto, proveniente dal Cuneo. Quel ragazzino è Enrico Fantini.

 

Allora, Enrico, una presenza, tanto bastò per farti entrare nella storia del club più titolato dello Stivale. A diciannove anni eri compagno di tanti campioni, tra cui il volenteroso Antonio Conte, tanto carisma e sostanza a metà campo. Aveva già i tratti del grande allenatore che sarebbe diventato?
Devo ammettere che al tempo ero ragazzo giovane e su certe cose facevo poca attenzione. Quello che avevo notato già al tempo erano la tecnica e la tenacia che metteva regolarmente al servizio del gruppo. Una caratteristica che, come riportato oggi da La Gazzetta dello Sport, continua ad essere sua: lui, le partite vuole giocarle con la squadra, ed essere partecipe dei successi della rosa che allena”.

 

Esattamente dieci anni dopo, un altro legame forte con la spedizione che si sta togliendo grandi soddisfazioni ai Campionati Europei in corso in Francia. Dopo la straordinaria stagione in Serie B, decisa dalle tue storiche prestazioni nello spareggio contro il Perugia nel 2003/04, la Fiorentina, tornata in Serie A, centra una salvezza all’ultimo respiro nel 2004/05, guidata, tra gli altri, da Fabrizio Miccoli. Per te, 33 presenze ed una rete tra campionato e Coppa Italia. Nel gruppo viola, c’era anche un appena ventenne Giorgio Chiellini, all’epoca capelluto terzino sinistro, decisivo nel finale di stagione. Era già il “gorilla” che conosciamo oggi?
In questo caso, ad essere molto giovane era lui: devastante a livello fisico e dalla grande dedizione. Lui stesso sa di avere due piedini non molto delicati (ride, ndr), però sopperisce a questo limite con lo strapotere atletico e con la concentrazione. Uno che riesce a marcare Ibrahimovic, terzo attaccante più forte al mondo, con questa capacità, è tanta roba. Nella difesa a tre, in cui deve coprire ampio spazio, è straordinario”.

 

Conte e Chiellini, due colonne di un’Italia sorprendente…
Un’Italia che diverte e che ha le stesse caratteristiche dei due uomini appena citati: il gruppo è l’esatto punto di unione tra la tenacia di Antonio e la concentrazione di Giorgio, e riesce a superare i propri limiti con queste caratteristiche indispensabili”.

 

Parliamo di te, ora. Come si sta muovendo il Fantini disoccupato di questi mesi?
Sto ultimando in questo periodo il corso da allenatore Uefa A, fondamentale perché mi potrebbe consentire di allenare squadre professionistiche. Dopodiché, lavorerò passo dopo passo per il mio futuro, sperando di poter fare esperienza alla guida di qualche settore giovanile”.

 

Infine, un commento da ex addetto ai lavori sulle squadre di Eccellenza. Chi sta lavorando meglio?
Il Savigliano, che era anche la squadra con cui avevo trattato nelle scorse settimane, prima che scegliessero Milani. Hanno fatto grandi acquisti e sono candidati forti per la vittoria finale: se così non dovesse essere, sarebbe un mezzo fallimento”.

 

Il Cuneo, invece? Tu sceglieresti di provare il ripescaggio o di restare in Serie D?
Per il bene dei giovani e per assicurare loro un futuro, proverei a restare in Lega Pro, indispensabile per poter disputare un campionato nazionale. Per quanto riguarda la prima squadra, invece, la società ha scelto di confermare Fraschetti: è un buon allenatore, che ha bisogno di lavorare con calma, avendo avuto poco tempo per dimostrare le proprie competenze negli scorsi mesi, quando è stato chiamato in una situazione quasi compromessa”.

 

Carlo Cerutti