Eccellenza – Fabio Melle ha già la testa al Corneliano Roero: “Prima i punti-salvezza, poi si vedrà” | Profilo basso e voglia di “costruire” per il bomber, che ricorda la Pro Dronero: “Un gruppo fantastico!”

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È stato l’uomo del giorno, ieri, nel panorama calcistico cuneese, dopo l’ufficialità del suo trasferimento al Corneliano Roero. Fabio Melle si è concesso poche ore dopo in esclusiva ad Ideawebtv.it, spiegando le ragioni della scelta e raccontando che cosa è stata per lui l’esperienza dronerese.

 

Fabio, partiamo da ciò che è stato e dall’ambiente che lasci. Tu e la Pro Dronero lo scorso anno avete ottenuto ottimi risultati. Perché la decisione di lasciare?
“È stata una scelta mia personale, che la Pro Dronero ha compreso e di questo va ringraziata. Di fatto le ragioni sono prettamente “logistiche”: lo scorso anno, per me è stata dura dovermi spostare ogni giorno per gli allenamenti serali da casa al “Drago”. Percorrevo di fatto più di cento chilometri al giorno, d’estate e in inverno. Recentemente, mi sono trasferito, spostandomi a La Loggia, che resta comunque lontanissima da Dronero, quindi ho scelto di spostarmi”.

 

Il rapporto con la Pro Dronero si è chiuso quindi al meglio?
“Assolutamente sì. Sul campo mi sono trovato da subito benissimo ed i risultati della squadra si sono accompagnati alle mie soddisfazioni personali: due sconfitte in un anno per la Pro e diciannove reti in campionato per me, a sole tre lunghezze dal capocannoniere. È stata una grande stagione, condivisa con ottime persone, a partire da Antonio Caridi, per il quale provo un grande rispetto e con il quale ho instaurato da subito un ottimo rapporto, riconoscendone le evidenti doti da allenatore. Discorso analogo per Mauro Maisa, che spesso andavo ad abbracciare dopo un gol, e per il presidente Corrado Beccacini, che ringrazio”.

 

Qualche ricordo che porterai sempre con te dell’esperienza dronerese?
“Due in particolar modo. Il primo è legato al grande sogno realizzato di poter giocare con il mio miglior amico, Patrick Maglie: anni fa ci eravamo allontanati a livello professionale e mai avremmo pensato di poter tornare un giorno insieme, nella stessa squadra. E che squadra: un gruppo di ragazzi scalmanati con cui mi sono divertito tantissimo fuori dal campo, ottenendo ottimi risultati sportivi. Il secondo, invece, è ovviamente legato al raggiungimento dei 150 gol in Eccellenza, proprio nel giorno del big match contro la Valenzana Mado”.

 

Un rimpianto?
“Impossibile non citare i playoff: a Valenza siamo rimasti in nove ma abbiamo comunque sfiorato la vittoria con Dutto nei minuti finali. Sarebbe stato un grande traguardo, ma il rammarico nasce prima, per qualche pareggio di troppo, come quello ottenuto contro il Pedona, che ci ha impedito di chiudere al secondo posto”.

 

Passiamo al presente ed al domani. Come detto, hai voluto avvicinarti a casa, ma perché proprio Corneliano d’Alba? Ha inciso la figura di Dessena?
“Dessena è un allenatore che conosco, con cui ho mantenuto un rapporto professionale da “quasi amici”. È stato lui a cercarmi da subito. Hanno inciso, però, anche l’ottimo rapporto ed il rispetto che nutro nei confronti di Daniele Sobrero: il presidente mi ha gentilmente chiesto di fare due chiacchiere, siamo andati subito d’accordo e poi abbiamo trovato l’indispensabile quadra economica per un contratto annuale. Credo molto nel Corneliano Roero: hanno investito molto anche nello stadio e nel centro sportivo, costruendo fondamenta che sono necessarie per fare bene ed attorniandosi di tante ottime persone, a partire dal direttore Zunino e da De Bellis, altra persona che conoscevo già”.

 

Avrai parlato anche di progetti con la società: con il tuo arrivo e con molte conferme punterete ad un campionato di vertice?
Ci tengo a dire che io sono sempre partito con i piedi per terra: all’inizio serve un amalgama per creare un gruppo e conoscersi, benché molti come Garrone, Anderson e Colaianni siano ragazzi con cui ho già un ottimo rapporto. L’unico obiettivo, quindi, è fare punti per stare tranquillo, perché l’Eccellenza, come dimostrato quest’anno, è un campionato difficile. Dando un’occhiata ai movimenti di mercato, inoltre, sembra profilarsi un torneo con tante squadre attrezzate e pronte a fare bene. Sarà fondamentale quindi partire dalle basi con umiltà: prima i 41 punti della tranquillità, poi si inseguiranno altri traguardi”.

 

Carlo Cerutti – Redazione Sportiva Ideawebtv.it