Racconigi: dodici spettacoli per il festival “La Fabbrica delle Idee 2016”

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Dodici spettacoli, di cui due anteprime, per portare in scena alcune delle produzioni più significative in Italia del teatro di ricerca, impegno civile e a tematica sociale. È la proposta della XVI edizione del festival La Fabbrica delle Idee, in programma da domenica 12 giugno a lunedì 4 luglio 2016, organizzato da Progetto Cantoregi di Racconigi (Cn) con la direzione artistica di Marco Pautasso.

L’edizione 2016 è dedicata al regista Vincenzo Gamna, scomparso a gennaio, fondatore e anima della rassegna (nata nel 2001) e della compagnia Progetto Cantoregi (da lui creata nel 1977).

 

Sede principale degli spettacoli è il parco dell’ex ospedale psichiatrico di Racconigi (via Fiume 22), che con le ombre della sera si fa scenario magico, capace di imprimere maggiore carica emotiva all’azione teatrale. L’ospedale era un tempo ironicamente denominato fabbrica delle idee, con riferimento alle visioni e comportamenti stravaganti, spesso abnormi e scandalosi degli utenti. Definizione dispregiativa che è stata ora ribaltata in senso positivo per denominare il festival, a sottolineare la potenza creativa e costruttiva delle idee, dei pensieri e delle riflessioni.
Novità di questa edizione è la presenza del festival in altre tre sedi: il Salone d’Ercole del Castello di Racconigi (Cn), il fossato del Castello di Fossano (Cn) e il Teatro Pietro Maria Cantoregi di Carignano (To).

 

Tra i registi, gli attori e le realtà innovative e vitali del panorama italiano, al festival arriveranno: Aniello Arena (protagonista del film Reality di Matteo Garrone) con il regista Armando Punzo per la Compagnia della Fortezza; Michele Abbondanza, regista, danzatore e attore per Abbondanza e Bertoni; gli autori e attori Oscar De Summa (La Corte Ospitale), Mario Perrotta, Enrico Castellani (Babilonia Teatri), Lorena Senestro (Teatro della Caduta); l’autrice Fiammetta Carena con l’attore Maurizio Sguotti (Kronoteatro); il regista Giordano Amato e l’attrice Eliana Cantone (Mutamento Zona Castalia); Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone (Faber Teater).

 

Com’è tradizione del festival sono tanti i temi dal forte impatto sociale che verranno affrontati scenicamente: la droga e il traffico a essa legato, le voci degli indifesi, l’omologazione delle opinioni e la difesa dell’identità, l’esercizio del potere nello scontro generazionale, l’orrore della guerra, i pregiudizi e l’ottusità mentale, le migrazioni e la ricchezza culturale dei migranti, la giustizia e il senso di solidarietà, il mistero della vita (messo in scena da persone affette da disagio psichico). Ma si parlerà anche di poesia, con il ricordo di Guido Gozzano a cento anni dalla sua morte, e di teatro stesso, con l’omaggio a William Shakespeare a quattrocento anni dalla scomparsa, messo in scena da Progetto Cantoregi, e con la storia della Compagnia della Fortezza di Volterra, composta dai detenuti del carcere della città e attiva da quasi trent’anni con spettacoli che hanno fatto il giro d’Italia e d’Europa. Una serata sarà dedicata a Vincenzo Gamna, per ripercorrere la sua poetica e la sua prolifica attività artistica, dal teatro, al cinema, dall’allestimento di mostre al documentario.

 

Inoltre il cartellone del Festival proporrà il convegno Un teatro di tutti e per tutti nel pomeriggio di giovedì 16 giugno (ore 18, all’ex ospedale psichiatrico di Racconigi), dedicato all’audience engagement, partendo proprio da ciò che caratterizza Progetto Cantoregi sin dalla sua nascita: la creazione di un teatro popolare capace di coinvolgere l’intera comunità in tutte le fasi di preparazione e realizzazione di una pièce (giovedì 16 giugno). L’appuntamento nasce in collaborazione con Hangar Piemonte | Reinventare il futuro, progetto dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, coordinato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo. Le iniziative di Hangar Piemonte all’interno dei festival sono realizzate con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

 

Il festival è organizzato dall’associazione Progetto Cantoregi, con il sostegno della Compagnia di San Paolo-Performing Arts, il contributo della Regione Piemonte, della Città di Racconigi e della Fondazione CRT. Si inserisce nel progetto A Pelle che dal 2014 vede collaborare le compagnie Progetto Cantoregi (Racconigi), Mutamento Zona Castalia (Torino) e Faber Teater (Chivasso) in uno scambio di produzioni teatrali. È patrocinata da: Fondazione Teatro Stabile di Torino, Asl Cn 1, Racconigi Eventi.

 

«Questa edizione è naturalmente dedicata a Vincenzo Gamna, a pochi mesi dalla sua scomparsa – spiega il direttore artistico Marco Pautasso – Nel suo nome e nel suo ricordo il festival intende continuare a perseguire gli indirizzi e le finalità che hanno contribuito a costruirne la forte identità nel panorama dei festival teatrali italiani, facendone il luogo delle differenze, del confronto e della riflessione sui temi più scottanti del nostro presente. Uno spazio effettivo di libertà espressiva, dove convergono e si specchiano, senza pregiudizi, idee e prospettive diverse, per provare a spingersi oltre le ideologie e le etichette, e dove provare a ricercare possibili nuove armonie».
Il sipario del festival La Fabbrica delle idee si alza con un omaggio a Shakespeare a quattrocento anni dalla sua morte. Dopo il successo dello scorso anno, domenica 12 giugno (ore 21.45 – Fossato del Castello degli Acaja di Fossano – Ingresso libero), Progetto Cantoregi porta nuovamente in scena lo spettacolo che Gamna aveva scritto e prodotto nel 2015, insieme con Margy Mordenti e Marco Pautasso, con la direzione di Koji Miyazaki: La vita non è che un’ombra che cammina. Il lavoro vede sul palco gli ospiti del Centro Diurno di Cussanio del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Cn1 (Cuneo, Mondovì e Savigliano), confermando l’impegno della compagnia sul fronte dell’attenzione verso le persone affette da disagio psichico, che ha caratterizzato tanta parte della propria poetica. Prendendo in prestito un verso del Macbeth di Shakespeare, lo spettacolo propone un viaggio nel gran teatro umano, fatto spesso di contrasti, e quindi nella vita e nella morte, nell’odio e nell’amore, nel potere e nella libertà, nella saggezza e nella follia, o meglio nella molteplicità di situazioni e temi che compongono il mistero della vita.

 

Dal carcere di Volterra a Racconigi: lunedì 13 giugno (ore 21.45 – Ex ospedale psichiatrico Racconigi) arriva la Compagnia della Fortezza, formata dai detenuti del carcere toscano, attiva dal 1988 sotto dal direzione di Armando Punzo e con l’aiuto dell’associazione Carte Blanche e del Centro Nazionale Teatro e Carcere. Nell’incontro Mercuzio e altre utopie realizzate i ventisette anni di teatro saranno raccontati attraverso parole, frammenti di spettacoli, video e musiche di scena dallo stesso Armando Punzo, dall’attore Aniello Arena, detenuto a Volterra dal 1999 e conosciuto al grande pubblico per il suo ruolo di protagonista del film Reality di Matteo Garrone, e da Andreino Salvadori, autore ed esecutore al piano delle musiche di scena. Coordina la serata la drammaturga Rossella Mena. Un viaggio attraverso la storia di una compagnia che ha rivoluzionato il Carcere di Volterra, trasformandolo da Istituto di Pena in Istituto di Cultura e diventando un’esperienza teatrale riconosciuta a livello internazionale.
Sul problema della droga, del disagio sociale e del conseguente mercato che arricchisce le organizzazioni criminali si concentra l’ultima produzione dell’emiliana La Corte Ospitale.

 

Martedì 14 giugno (ore 21.45 – Ex ospedale psichiatrico Racconigi) va in scena lo spettacolo finalista al Premio Ubu come miglior novità 2015 e vincitore del Premio Cassino Off, Stasera sono in vena, scritto e interpretato da Oscar De Summa. Con ironia e amarezza, ma anche con leggerezza e responsabilità, il racconto parte dall’adolescenza del protagonista nella Puglia negli anni Ottanta. È il periodo in cui si è formata la Sacra Corona Unita, organizzazione che ha allargato i suoi settori di investimento scoprendo come il disagio umano sia uno dei fattori che rendono di più sul mercato. Pur portando al sorriso lo spettatore, Stasera sono in vena getta una luce sinistra sulla situazione di oggi: il mercato delle droghe performative, come la cocaina, genera introiti che superano il Pil di alcune nazioni quali la Spagna o la stessa Italia.

 

Serata in memoria e in onore di Vincenzo Gamna con Il paradiso di Vincenzo, in cartellone giovedì 16 giugno (ore 21.45 – Ex ospedale psichiatrico Racconigi – Ingresso libero). Fondatore e guida di Progetto Cantoregi, in più di sessant’anni di carriera Gamna ha lavorato nel cinema, in teatro e in televisione e ha curato e diretto numerose trasmissioni Rai. I suoi lavori si distinguono per il profondo impegno sociale e civile, senza mai rinunciare a un’attenzione particolare alla bellezza visiva. Più di cinquanta gli spettacoli teatrali diretti per Progetto Cantoregi, tra cui: ‘Na scudela ‘d fioca; Le man veuide; Don Bosco; Nebbia; Voci Erranti; Quel viaggio; Le acque hanno i volti; Il Prete Giusto. Tra aneddoti, ricordi, frammenti video, testimonianze, letture di brani tratti dai suoi tanti spettacoli, il tributo commosso della sua comunità che si impegna a dare continuità al suo profetico impegno progettuale di un teatro di tutti e per tutti.

 

La serata sarà preceduta alle ore 18 dal convegno Un teatro di tutti e per tutti (ingresso libero).
Anteprima assoluta per domenica 19 giugno (ore 21.45 – Ex ospedale psichiatrico Racconigi). Mutamento Zona Castalia di Torino presenta in esclusiva il nuovo spettacolo Alba dell’orrido di Elva, scritto e diretto da Giordano Amato e portato in scena da Eliana Cantone. Negli ambienti rurali, come in quelli urbani, l’evento bellico muta profondamente le relazioni tra uomini e donne, tra genitori e figli. Le relazioni di dipendenza si alterarono, ridefinendo responsabilità e ruoli per il soddisfacimento dei nuovi bisogni. La giovane Alba, nata a Elva, tra le montagne della Val Maira, attraversa da adolescente la prima guerra mondiale. Ormai donna lascia le montagne per realizzare a Torino il suo sogno di pedagoga; come dote porta con sé il segreto della guerra partigiana, della quale è partecipante attiva. Alla fine della Seconda guerra mondiale Alba, ormai cinquantenne, sarà chiamata a esprimere il suo voto nel primo suffragio universale italiano.

 

Protagonista la danza, in dialogo con il teatro, nella serata di lunedì 20 giugno (ore 21.45 – Salone d’Ercole del Castello Reale di Racconigi) con la Compagnia Abbondanza/Bertoni (in residenza al Teatro alla Cartiera di Rovereto) e lo spettacolo I dream, di recente produzione. Michele Abbondanza, nome storico della nuova danza italiana anni Ottanta, si racconta nel suo primo solo (ideato con Antonella Bertoni), attraverso outings coreografici e riflessioni sul presente in forma di memoria. Si trasforma così in tutte le donne che sono state punto di riferimento nella sua storia artistica. Cambiando di volta in volta costumi, danza con il linguaggio di Carolyn Carlson, sua maestra per eccellenza, di Pina Bausch e di Antonella Bertoni, cui dedica una canzone su ciò che si è perduto. E davanti a un leggio, prova a spiegare, con molta ironia e loquacità, la differenza tra arte e concetto.

 

Martedì 21 giugno (ore 21.45 – Ex ospedale psichiatrico Racconigi) la compagnia Kronoteatro di Albenga affronta il tema del potere nelle differenze generazionali con Cannibali di Fiammetta Carena, diretto da Maurizio Sguotti. Gli attori Tommaso Bianco, Alex Nesti e lo stesso Sguotti portano in scena due differenti abitudini di praticare il potere. Per l’uomo adulto il potere è tangibile perché politico, sociale ed economico e si riversa nello sforzo di mantenere il suo status quo. Il giovane possiede un potenziale: la sua giovinezza è il suo potere. Per lui il futuro è in divenire, tutte le possibilità gli sono concesse e la sua vita è nelle proprie mani. Ciascun individuo lotta per accrescere l’unico dato sensibile che gli conferma d’essere in vita: il potere sull’altro. Ne nasce uno scontro volto all’accumulo di comando e dove la vita a diventa terreno di conquista, un far west in cui espandere i confini del proprio dominio.

 

Giovedì 23 giugno (ore 21.45 – Ex ospedale psichiatrico Racconigi) l’attore, autore e drammaturgo di Lecce Mario Perrotta propone Milite Ignoto. Quindicidiciotto, spettacolo scelto nel 2015 da Radio 3 Rai per il centenario della Grande Guerra e finalista al Premio UBU 2015 come migliore novità italiana. È tratto da Avanti sempre di Nicola Maranesi (Il Mulino) e dai documenti di archivio La Grande Guerra, i diari raccontano (edizioni L’Espresso). Impiegando il monologo, Perrotta racconta l’esperienza umana, politica e militare del conflitto attraverso una babele di dialetti (veneto, lombardo, toscano, napoletano, sardo, ecc.), metafora dell’umanità che si incontra per la prima volta in trincea, ma anche della perdita di identità nel massacro. Tra fame, pidocchi, malattie, freddo, spari nel buio, narra le piccole storie di militi impantanati nell’orrore delle trincee, a fare la guerra in nome di una patria che stentano a riconoscere e contro un nemico invisibile, tanto simile a loro.

 

Emigranti è lo spettacolo itinerante di musica e teatro popolare che Faber Teater di Chivasso propone martedì 28 giugno (ore 21.45 – Ex ospedale psichiatrico Racconigi), scritto e diretto da Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone (2011). Un viaggio in cui sei attori-musicisti evocano terre, mondi, avventure e vite lontane – a sottolineare la ricchezza culturale e umana di ogni popolo – tra amori e tradimenti, foto ricordo, lotte e danze. Attraverso azioni, musiche e canti provenienti da diversi paesi, nutrono il ricordo di quelle terre, parlano lingue che possono essere di molti, senza tempo e senza dove: ricordo, nostalgia, ma anche gioco, scherzo, emozioni. Scambi di ruoli, relazioni amorose e scontrose, atmosfere francesi d’antan e feste yiddish, coppie di baciatori e sfidanti a colpi di capoeira, roteare di gonne spagnole.

 

A cento anni dalla morte di Guido Gozzano, mercoledì 29 giugno (ore 21.45 – Ex ospedale psichiatrico Racconigi), il Teatro della Caduta di Torino gli dedica uno studio sul poemetto La signorina Felicita ovvero la felicità, un inno alla sua poetica e all’apparente semplicità della sua forma, scritto e interpretato da Lorena Senestro e diretto da Massimo Betti Merlin. Riportati in vita dall’attrice e dal pianista in scena, i personaggi delle poesie di Gozzano dialogano tra loro, evocando gli ambienti e il fascino per il mediocre quotidiano. Il personaggio che ci guida nel pensiero e nel mondo gozzaniani è la signorina Felicita, simbolo della poetica dello scrittore e del crepuscolarismo, una bellezza che non è possibile in un mondo scandito da abitudini pratiche e contraddistinto dal gusto convenzionale.

 

Babilonia Teatri, la compagnia veronese apprezzata per il suo sguardo irriverente, torna al festival con il nuovo spettacolo Inferno, in cartellone per la serata di giovedì 30 giugno (ore 21.45 – Ex ospedale psichiatrico Racconigi), un tributo alla forza dirompente, innovativa, vitale del teatro, con Enrico Castellani e gli attori non-attori del Laboratorio-Scuola/Compagnia ZeroFavole. Una poetica gridata al pubblico sul perché e sul come fare teatro. E dunque: il desiderio e il sogno di continuare a fare del teatro un luogo vivo e un polo capace di trasformare le cose e le persone; la convinzione che il teatro oggi deve occuparsi prima delle persone che di se stesso; la voglia di fare teatro con chi non risponde alle logiche del teatro, ma inconsapevolmente le sovverte, le ribalta e mandandole all’aria le rinnova; rivendicare al teatro il suo ruolo di iniettore dialettico, capace di aprire squarci sul presente e di metterci in crisi. Per andare oltre le etichette, le discriminazioni, le chiusure mentali e conformistiche.

 

Il festival si conclude con un nuovo omaggio a Vincenzo Gamna: lunedì 4 luglio (ore 21.45 – Teatro Comunale Pietro Maria Cantoregi di Carignano) Progetto Cantoregi ripropone Il Prete Giusto, produzione del 2009, liberamente tratto dall’omonimo libro di Nuto Revelli, scritto da Gamna insieme con Marco Pautasso e diretto da Koji Miyazaki, assecondando così il desiderio di Vincenzo di poterlo rappresentare nella sua città di origine.
È la storia di don Raimondo Viale, prete delle montagne sopra Cuneo che è stato partigiano durante la Seconda guerra mondiale e fu uno dei Giusti che salvarono tanti ebrei in quel periodo. Condannato al confino dal regime fascista ad Agnone in Molise, dopo l’8 settembre 1943 riprese il suo posto come parroco di Borgo San Dalmazzo e si impegnò a trovare case, baite, rifugi, cibo a centinaia di ebrei provenienti dalla Francia, farli arrivare a Genova e imbarcarli verso paesi più sicuri. Vincenzo Gamna spiegava così lo spettacolo: «Nella nostra pièce teatrale “il prete giusto” non compare, o meglio, la scenografia ne circoscrive la presenza a brevi apparizioni, cadenzate come occasionali annotazioni di un diario. Quella che proponiamo è l’immagine di una figura assorta in se stessa, irrigidita in una dolorosa riflessione interiore, che sembra consegnarsi allo struggimento, alla luce livida della solitudine». Il Prete Giusto è la testimonianza di un sacerdote che ha incarnato il senso di giustizia e che ha difeso sempre, senza indugi, il valore della democrazia.