Amministrative 2016, ad Entracque il sindaco Pepino cerca la riconferma: “La gente sa come abbiamo lavorato”

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Sarà corsa a tre ad Entracque alle amministrative del 5 giugno. Il giovanissimo 28enne Carlo Giordana, l’esperto Cesare Onetti, 82 anni, e poi il sindaco uscente, quel Gian Pietro Pepino che punta forte sulla continuità e sul lavoro fatto in questi anni alla guida del paese.

Con noi i cittadini possono stare tranquilli, non fanno un salto nel buio”, spiega il 56enne candidato della lista “Entracque lavoriamo insieme”, composta per metà da volti già presenti nell’attuale amministrazione e per l’altra metà da “esordienti“.

 

Quali motivazioni l’hanno spinta a ricandidarsi?

Mi sono ricandidato innanzitutto per completare molti lavori che abbiamo avviato e poi perché è chiaro che i prossimi 5 anni saranno determinanti per il futuro dei piccoli paesi. Ormai da più parti si parla di fusioni obbligatorie o comunque di un riordino dell’organizzazione amministrativa nel territorio nazionale: è una partita molto importante, le scelte non sono tutte uguali e per me è fondamentale poter essere parte di un processo che, anche se non auspicato, sembra inevitabile. Serve fare le scelte migliori sul territorio“.

 

Con quale stato d’animo e con quali speranze si approccia a queste votazioni?

Sono estremamente sereno: ritengo di avere svolto un lavoro importante in questi 5 anni, ho sempre cercato di operare al meglio per questo comune e quindi non ho molte cose da rimproverarmi. Sono fiducioso“.

 

L’esperienza da sindaco e le cose fatte in questi anni crede che possano risultare decisive per convincere i cittadini?

Io ho sempre avuto un riscontro positivo da parte dei cittadini, quindi credo di sì. Anche da questo punto di vista sono molto sereno e tranquillo“.

 

Quali sono i punti principali del vostro programma?

Prima di tutto continuare ad offrire, e dove è possibile potenziare, i servizi, che sono già di altissimo livello: dall’ambulatorio infermieristico a disposizione di tutti i cittadini, alla casa di riposo, agli aiuti per la scuola. Insomma, c’è una grande attenzione per creare le condizioni affinché la gente che vive qui abbia gli stessi servizi, se non migliori, di quelli che troverebbe in città. A questo riguardo c’è il tema del potenziamento e miglioramento della casa di riposo, che deve passare però attraverso un intervento importante di ampliamento. E’ una struttura che esiste da 200 anni e che dobbiamo avere, anche perché dà lavoro a 14 persone, che potrebbero diventare 20, quindi è anche un’opportunità occupazionale. E poi c’è l’attenzione alla manutenzione del patrimonio comunale: noi in 5 anni abbiamo riasfaltato tutte le strade del paese, e non sono poche, ristrutturato proprio la casa di riposo, ma anche la scuola e il Municipio, abbiamo messo a nuovo i giardini pubblici. Quello che vedo girando molto l’Italia, è che spesso per i comuni è più facile farle le opere, piuttosto che mantenerle: per noi è importante mantenerle, su questo punto abbiamo dedicato molta attenzione e vogliamo continuare a farlo. Ci sono poi i temi fondamentali, come il turismo e l’agricoltura, su cui siamo stati attenti: si compete in un mercato difficilissimo, ma siamo riusciti finora a mantenere dei livelli soddisfacenti, considerando la crisi generale. Non abbiamo chiusure di alberghi, ristoranti, bar o negozi, anche se alcuni ovviamente soffrono, come in tutta Italia. Certo, ci piacerebbe crescere anche dal punto di vista turistico e ci stiamo industriando il più possibile, anche se la promozione non è un compito specifico del Comune, ma lo stiamo facendo, cercando di coinvolgere gli operatori. Infine le grandi scommesse, come gli impianti di sci, che sono un po’ in bilico perché la società che li gestiva è in liquidazione: stiamo monitorando la situazione per vedere che succede ed eventualmente intervenire“.

 

Qual è la vostra posizione sulla questione dei clandestini ospitati in paese?

E’ un tema delicato. La realtà è che la situazione è gestita male dal vertice e i Comuni, purtroppo, non possono farci nulla. A noi la prima volta l’hanno comunicato 48 ore dopo il loro arrivo. Il fenomeno viene gestito tramite bandi emessi dalla Prefettura a cui rispondono privati, che danno la disponibilità di posti. Il compito del Comune è di tutelare l’ordine pubblico, ma devo dire che in due anni, questi ragazzi non hanno mai dato nessun problema. Però immaginare procedure integrative risulta difficile: prima di tutto cambiano spesso, dopo qualche mese, e poi sono 50 in un paese di 800 abitanti. Una seria politica dell’immigrazione, in un paese come Entracque, manderebbe tre famiglie, allora sì che puoi portare i ragazzi a scuola e dare davvero una mano aiutandoli; ma così, quando hai 50 giovani su 800 abitanti, di cui 600 con più di 65 anni, come integri? Diventa complicato, non è che possono lavorare tutti in Comune! E’ bello annunciare l’inno all’immigrazione, ma poi bisogna fare i conti con queste cose“.

 

In conclusione, perché i cittadini di Entracque dovrebbero votare per lei il 5 giugno?

Perché credo che la nostra amministrazione abbia ben operato nel mandato precedente. E’ stato svolto un buon lavoro, penso che in questi anni abbiamo meritato la fiducia. La gente ci conosce, sa cosa abbiamo fatto, come ci siamo comportati e come abbiamo lavorato, quindi credo che ci possa scegliere. Non rappresentiamo un salto nel buio“.

 

GDS

In foto il sindaco Pepino

 

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