Profughi in protesta a Cuneo, per i Giovani Democratici ci vuole “un percorso di integrazione che va oltre l’accoglienza”

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Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo dei Giovani Democratici di Cuneo, in merito alla protesta di una cinquantina di profughi davanti alla Prefettura di Cuneo ieri, luned’ 16 maggio. La cinquantina di rifugiati e richiedenti asilo ospitatati a Entracque che si son riuniti, il 16 maggio, davanti alla Prefettura di Cuneo per protestare per le proprie condizioni di vita, ci pone davanti a una realtà complessa, da osservare al di fuori di ogni razzismo e pietismo.

Come Giovani Democratici di Cuneo Città, da tempo discutiamo di questi problemi: lo abbiamo fatto, anche pubblicamente, insieme ai diretti interessati e ai lavoratori del settore.

 

Quella del rifugiato è una condizione obbligata, definita dall’esterno: partito dal proprio Paese a seguito di una crisi di rapporti con lo Stato, è ora obbligato ad adottare una serie di rapporti sostitutivi con il nuovo Stato, cui chiede asilo. È sbagliato pensare che il viaggio dei migranti finisca, quando tutto va bene, con l’attraversamento del Mediterraneo: una volta arrivati nel Paese ospitante affrontano la precarietà, la dipendenza dallo Stato e l’assenza di un sistema coerente di sostegno, tutti fattori di rischio per la salute fisica e mentale. Ai vissuti drammatici del passato si aggiungono anche quelli del presente.

 

Ci asteniamo dall’esprimere giudizi sulla gestione dell’accoglienza al “C’era una Volta” di Entracque. Piuttosto, di fronte a casi come questo, è nostro intento aprire una riflessione sul ruolo che la politica è chiamata a giocare per far fronte a una realtà, che non può essere risolta con il semplice stanziamento di denaro per l’accoglienza all’interno di strutture, ma che richiede un cambio di paradigma al fine di attivare dei percorsi d’integrazione capaci di evitare che le migrazioni si trasformino in un problema sociale ingovernabile. In altri termini, le pratiche di accoglienza non vanno più programmate facendo riferimento allo stereotipo del rifugiato bisognoso e vittima: questo produce risposte limitate ad un assistenzialismo e riduce il rifugiato in uno stato di passività.

 

Come Giovani Democratici di Cuneo città crediamo che sia possibile una politica d’integrazione più lungimirante. Abbiamo iniziato un percorso di dialogo con le cooperative sociali cuneesi che si occupano di accoglienza. Perché la nostra città possa diventare uno spazio in cui i migranti non solo trovino asilo, ma possano ricostruire la propria esistenza.

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