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Natimortalità delle imprese artigiane cuneesi: nel primo trimestre 2016 saldo ancora negativo

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In base ai dati del Registro Imprese della Camera di commercio, nel periodo gennaio-marzo 2016 sono nate, in provincia di Cuneo, 456 imprese artigiane, a fronte delle 424 dello stesso periodo del 2015. Al netto delle 685 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio, a fronte delle 605 del I trimestre 2015), il saldo è negativo per 229 unità.

 

 

Pur in un trimestre che tradizionalmente consegna un bilancio negativo all’anagrafe delle Camere di commercio, il tessuto artigiano della provincia di Cuneo ha manifestato criticità superiori a quelle rilevate per il sistema imprenditoriale complessivamente considerato. Il saldo tra iscrizioni e cessazioni ha, infatti, dato luogo a un tasso di crescita del -1,24%, a fronte del -0,36% registrato per il complesso delle aziende cuneesi.
La dinamica del comparto artigiano cuneese è stata inoltre più negativa di quelle rilevate rispettivamente in ambito regionale (-0,90%) e nazionale (-0,92%).
A fine marzo 2016, sono 18.206 le imprese artigiane con sede legale sul territorio provinciale, il 26,2% del tessuto imprenditoriale complessivo.

 

“I dati del Registro Imprese ci consegnano una fotografia della difficile situazione delle imprese artigiane operanti in provincia che spesso, nel confronto quotidiano con la burocrazia e le complesse regole di gestione, faticano a cogliere segni di ripresa – ha sottolineato Ferruccio Dardanello -. Il comparto artigianato, per definizione trasversale, è infatti più di altri caratterizzato da imprese di piccole dimensioni e poco strutturate. È anche guardando a realtà come queste che la Camera di commercio ha concepito i propri servizi, per semplificare la gestione delle procedure amministrative e per fornire loro l’indispensabile supporto all’approccio a temi di attualità quali l’innovazione, la digitalizzazione e l’apertura sui mercati esteri. A questo target di imprese inoltre sono rivolti i progetti “Crescere in digitale” e “Crescere imprenditori”, il primo a favore dell’inserimento di giovani digitalizzatori nelle Pmi e il secondo a sostegno dell’autoimpiego e dell’autoimprenditorialità dei giovani, entrambi sostenuti e finanziati nell’ambito del Programma Garanzia Giovani del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali”.

 

Le forme più strutturate manifestano, anche nel I trimestre 2016, una tenuta decisamente migliore rispetto alle restanti realtà artigiane. Il bilancio per forma giuridica restituisce, infatti, segnali positivi per le sole società di capitale, che hanno registrato un tasso di crescita dell’1,00%, pur rappresentando solo il 4,5% del complesso delle aziende artigiane. La numerosità delle nuove iniziative imprenditoriali è risultata, invece, inferiore, a quella delle aziende che hanno cessato la propria attività tanto per le società di persone (tasso di crescita -0,75%), quanto per le ditte individuali (-1,50%), che, congiuntamente, costituiscono oltre il 95% delle imprese artigiane del territorio. Negativo anche il bilancio delle altre forme, che costituiscono tuttavia una porzione ridotta del tessuto provinciale.

 

L’analisi settoriale consegna risultati negativi per tutti i comparti di attività. Tra i settori numericamente più rilevanti, il dato peggiore interessa ancora una volta le attività edili (-1,63%). Anche l’industria in senso stretto risulta fortemente penalizzata (-1,42%), mentre al commercio (-0,52%) e alle altre attività dei servizi (-0,48%) appartengono le flessioni più contenute.

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