Un luogo irrinunciabile delle Colline Astigiane Patrimonio dell’Umanità: il Castello di Costigliole | Riapre i battenti venerdì 29 aprile alle ore 11, perla dell’arte, della cucina e dell’accoglienza italiane

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Cinque anni di lavori per riportare al meritato splendore il maniero, simbolo di un paese immerso tra le colline di Langhe e Monferrato, riconosciute dall’Unesco come “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”.

Già sede dell’EnotecaRegionale, dell’Asta Internazionale della Barbera e delle prime storiche edizioni della Douja d’Or, torna aricoprire il suo ruolo strategico.

Venerdì mattina, l’Amministrazione Comunale di Costigliole d’Asti sarà davvero lieta di aprire lo splendido portonedel Castello invitando tutti a riscoprire spazi inediti e ricchi di fascino d’altri tempi, ristrutturati e resi dinuovo fruibili per la Comunità locale e per il Territorio.

Il maniero diverrà una sorta di “benvenuto d’eccellenza” e di incoming turistico dell’area Sud Piemonte, fulcrovitale entro il quale si avvicenderanno eventi, rassegne, manifestazioni, attività che riverseranno sul territorio interesse e visitatori. Un luogo aperto che anche i Costigliolesi potranno vivere tutti i giorni, stagione dopo stagione.

L’enogastronomia e l’accoglienza costituiranno insieme due fili conduttori fondamentali che ICIF – Italian Culinary
Institute for Foreigners – sta rinsaldando nel castello e nella sua splendida nuova sede con l’evoluzione del
proprio progetto didattico e culturale. Un nuovo standard di eccellenza, una nuova frontiera dell’insegnamento
internazionale che vedrà gli studenti provenienti da ogni parte del mondo apprendere le arti dell’enogastronomia
e dell’accoglienza alberghiera italiane con un’esperienza “sul campo” di straordinario livello. Occorre legare
sempre più il progetto didattico di ICIF al territorio dal quale e per il quale è nato, poichè cultura e tradizioni
più autentiche si trasmettono a partire dal cibo, dal vino e dalla qualità dell’accoglienza. Esse rappresentano per
l’ospite, per il turista, il primo “benvenuto”.

La presentazione e la divulgazione dell’alta cucina e accoglienza italiane nel mondo e agli ospiti nazionali e
internazionali è senza dubbio l’obiettivo prioritario che il sistema castello di Costigliole d’Asti si pone e si porrà.

 

CENNI STORICI
La Rocca è il centro storico di Costigliole d’Asti, paese dal passato antichissimo, come testimoniano toponimi quali
“Burio”, dall’insediamento preromano dei Liguri Eburiati, la piroga preistorica e la stele romana ritrovate lungo il fiume
Tanaro.

Costigliole compare per la prima volta nel 1041in un diploma, quando l’Imperatore Enrico III conferma il possedimento
a Pietro, Vescovo di Asti.

Per alcuni secoli Costigliole appartiene ad Asti, che nel 1198 concede la cittadinanza astese alla comunità. La miniatura
del “Codex Astensis”, a testimonianza dell’atto di fedeltà, è la prima raffigurazione del castello.

Costigliole rappresenta infatti un importante centro per la lotta contro il potente feudo di Loreto e i suoi Signori, i Lancia,
fedeli lanciferi degli imperatori svevi e discendenti di Aleramo, fondatore del Monferrato (alleanza che si rafforza grazie
all’unione di Federico II con Bianca Lancia, da cui nasce Manfredi).

Nel 1255 Asti distrugge Loreto e i suoi abitanti si
rifugiano a Costigliole. Nei secoli la storia di Costigliole è legata alle famiglie nobili degli Asinari di San Marzano, i
Verasis, i Medici del Vascello e i Rorà, signori dell’imponente maniero a pianta quadrangolare contornato da quattro
torrioni circolari.

Nel corso del Cinquecento divenne un’importante roccaforte militare; la sua configurazione attuale
si deve all’opera di ristrutturazione dell’Ottocento. Proprio nell’Ottocento vissero nel castello di Costigliole Filippo
Asinari di San Marzano, plenipotenziario di Casa Savoia, tra l’altro fine conoscitore di viti che diede grande impulso
alla viticoltura locale, e Virginia Oldoini, che sposò il Conte di Castiglione e Costigliole Francesco Verasis e fu ambasciatrice
del Piemonte a Parigi presso la corte di Napoleone III.

Oggi il Castello è in parte di proprietà privata ed in parte di proprietà del Comune. Imponente anche il suo parco. L’insieme
di beni architettonici che si snodano intorno al Castello fanno della Rocca un vero
e proprio complesso monumentale, a partire dalla chiesa parrocchiale, intitolata a Nostra
Donna di Loreto e che conserva pregevoli affreschi e tele.

Nella Rocca si trovano le
chiese della Confraternita di San Gerolamo e della Misericordia, case borghesi e
palazzi padronali, inseriti in splendidi scorci. Numerosi i segni della storia, tra cui l’antica
via Cavorra con le vecchie carceri, i resti del portale d’ingresso al borgo, il tunnel che
attraversa la centrale via Roma e l’antica “Aia dei galli”.

 

IL CASTELLO, L’UNICUM DEL TERRITORIO
Fare sistema, garantire servizi, educare, valorizzare e comunicare.
Tutto ciò in un luogo dove formazione, territorio ed enogastronomia si uniscono per dare vita ad un progetto culturale
innovativo, che si pone come volano del territorio. Un’opportunità di crescita per Costigliole d’Asti che
getta i riflettori della scena mondiale proprio qui, tra i vigneti e le colline. Dove anche la vendemmia è, sì, uno
spettacolo unico e non di certo replicabile fedelmente dall’altro capo del mondo. È la terra, che fa la differenza.

Le persone. La storia.

Il maniero diverrà la porta d’accoglienza per visitatori e cittadini, in modo da offrire valore aggiunto all’eccellenza
di luoghi, tradizioni e natura di questo spicchio di terra riconosciuto “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”
dall’Unesco.

Una location che profuma di storia e diviene meritatamente fulcro di una collana di servizi. L’accoglienza, il
piatto e il calice rappresentano il primo “benvenuto”.

I Costigliolesi e non solo, potranno godere di un ricco avvicendarsi di attività culturali, didattiche, enogastronomiche,
artistiche, letterarie, che riporteranno sul posto l’occhio di bue della scena internazionale. Rivitalizzeranno
il territorio.

Alimenteranno il flusso turistico di tutta la zona. Un incoming di idee. Creeranno un punto di
incontro per tutti.

Educare, valorizzare, comunicare. Dall’intreccio sinergico dei tre valori è scaturito il “sistema Castello”.
Educare, informare ed arricchire di contenuti gli stakeholder.

Valorizzare l’eccellenza di luoghi, tradizioni, natura che rappresenta il paese, perla del territorio.
Comunicare il progetto al locale dal quale e per il quale è nato.

Perché la cultura e le tradizioni più autentiche, passano anche attraverso questi valori.