“Parco Fluviale Gesso e Stura, dov’è il Comune di Boves?” | Ci scrive il Coordinamento delle Associazioni Ambientali Cuneesi

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Riceviamo e pubblichiamo dal Coordinamento Associazioni Ambientaliste Cuneesi, che si rivolge direttamente al Comune di Boves, reo secondo gli scriventi di non voler aderire al Parco Fluviale Gesso e Stura.

 

Egregio direttore
Il Parco fluviale Gesso-Stura è un’area protetta regionale istituita dalla Regione Piemonte nel febbraio 2007, con gestione affidata al Comune di Cuneo. In realtà si tratta di un Parco che “viene dal basso”, perché l’idea originaria va in effetti riconosciuta ai cittadini cuneesi che già dal 1979 con lettere e petizioni avevano sollecitato l’Amministrazione a valorizzare il territorio dei fiumi.
Ad esso afferiscono dieci comuni, Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Castelletto Stura, Centallo, Cervasca, Montanera, Roccasparvera, Roccavione, Sant’Albano Stura e Vignolo.
Il Parco comprende una superficie di oltre 4000 ettari di territorio, 60 km di fiume e 90.000 abitanti, una rete di collegamenti ciclo-pedonali di oltre 100 Km.
Il Parco fluviale Gesso e Stura non è solo questo, esso rappresenta anzitutto una cerniera di collegamento tra area montana e pianura.
Questo è quanto si legge nelle note caratteristiche del Parco. E subito si nota un cronica lacuna, che ben difficilmente sarà risolta nel breve tempo: la mancanza del Comune di Boves. Questa lacuna è manifesta come la mancanza di un dente in un bel sorriso, ma purtroppo qui non ci sono dentisti!!

 

Sull’argomento leggiamo periodicamente resoconti stampa che relazionano di Consigli comunali in cui le scaramucce tra maggioranze ed opposizioni si concludono invariabilmente con un bel parere negativo, che si ammanta di motivazioni pretestuose e anche puerili, tipo “vogliamo la pedancola, gli agricoltori non sono contenti, dobbiamo aprire un dibattito pubblico” e così via, ma che in realtà non sono altro che la manifestazione di una chiara volontà delle maggioranze di non aderire al Parco.
Un bel giorno ce lo spiegheranno, perché i veri motivi sfuggono del tutto al normale cittadino e a chi ha interesse nel riunire e non dividere il territorio.

 

Il Parco rappresenta una formidabile opportunità di riunire fiumi, Boves, la Val Colla e la Bisalta in un insieme naturale e turistico unico.
Ma discorsi del genere sono forse astrusi per amministrazioni che ben poco si curano delle piste ciclabili, che permettono la coesistenza di coperture di eternit fatiscenti nel bel mezzo dell’abitato, che favoriscono progetti irrigui del tutto incompatibili dal punto di vista ambientale ed inefficienti da quello idraulico.
Quante tornate elettorali e quanti cambi generazionali dovranno passare prima che a Boves si abbia un rinsavimento?

 

Coordinamento Associazioni Ambientaliste Cuneesi