Quale difesa è legittima? Grande partecipazione per il convegno al CDT di Cuneo: “Il cittadino deve tornare a sentirsi protetto”

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E’ un tema che, soprattutto dopo gli ultimi, e sempre più frequenti casi di cronaca, è fra i più sentiti della popolazione italiana: in Parlamento si sta lavorando per apporre delle modifiche all’istituto della legittima difesa e per, eventualmente, depenalizzare l’eccesso colposo della stessa.

La norma di riferimento è stata modellata, addirittura, nel 1930, e firmata da Benito Mussolini ed Alfredo Rocco. Un’altra epoca, un altro tipo di criminalità, ben diverso da quello odierno, molto più “spregiudicata” se così si può dire. Di questi argomenti si è parlato stamattina a Cuneo, nel convegno promosso dal Ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa (nonchè ex vice-ministro alla Giustizia), dal titolo “Quale difesa è legittima?”.

 

Ad aprire la serie di interventi, lo stesso Costa che ha ricordato come “questo convegno voglia essere in continuità con quello tenuto lo scorso anno, quando questo tema dei furti e rapine in abitazione venne trattato in maniera diversa, insieme a due autorevoli professori della Bocconi che avevano fatto degli studi che puntavano a prevenire a livello territoriale i fenomeni criminosi. A margine di quell’incontro l’avvocato Ponzio fece una breve relazione sul tema della legittima difesa. A distanza di un anno siamo qui a parlare del tema tramite delle proposte di legge in discussione in Parlamento. In Piemonte i delitti in termini generali sono diminuiti nel 2015 del 7%, così come i furti in abitazione che sono scesi a 24.740 con una diminuzione del 12,6%, mentre le rapine sono aumentate: dati in crescita invece, in entrambi i casi, in Provincia di Cuneo.”

 

Un discorso, quello sulla legittima difesa, che parte dalla riforma del 2006 del fu ministro Castelli che “si rendeva conto che la criminalità stava cambiando, che non esiste più il cosiddetto ‘topo d’appartamento’ che entra in casa solo se sicuro che il proprietario non ci sia. Oggi ci sono bande che violano la proprietà privata attrezzate per neutralizzare i padroni di casa, un rischio serio che tutti corriamo e che i numeri confermano. Le varie audizioni nelle commissioni che si sono susseguite ci hanno indicato come quella legge sia stata interpretata in modo molto restrittivo e con margini di interpretazione molto ampi: in definitiva, quella legge si è dimostrata inefficace“.

 

Moderati e pungolati dal vice-direttore di Libero Pietro Senaldi, si sono susseguiti gli altri interventi, primo dei quali quello del magistrato, procuratore aggiunto di Venezia e titolare dell’inchiesta sul Mose, Carlo Nordio. Meglio rivedere la legittima difesa dettagliando caso per caso o, viceversa, valutarla in baso allo stato emotivo e psicologico di chi si difende? “Ho visto le due proposte in questione – così Nordio – che vanno nell’indirizzo contrario rispetto a quello che si pensa. Mentre quella portata dalla Lega Nord fondamentalmente non cambia nulla, lasciando la discrezionalità al giudice, quella presentata come emendamento dell’articolo 59 è molto più interessante, dicendoci di tenere conto della situazione emotiva di chi reagisce. Il problema è che quando sorprendo un ladro in casa non posso sapere quali siano le sue intenzioni, per cui si può reagire in maniera irrazionale, spinti dalla paura, rischiando di finire sotto inchiesta e magari condannato per eccesso colposo di legittima difesa. L’emendamento proposto dal PD è, secondo me, molto più flessibile e molto più dalla parte dell’aggredito“.

 

Quello della legittima difesa è un tema di cui, comunque, la politica deve farsi maggiormente carico anche perchè, come ricorda, l’avvocato ed ex parlamentare Maurizio Paniz, “il cittadino ha la netta sensazione che in questo momento ci sia maggiore protezione nei confronti dell’aggressore rispetto all’aggredito. Bisogna capire se è la norma a non essere sufficientemente chiara o se invece ci troviamo di fronte ad una sbagliata interpretazione della norma stessa: ci troviamo di fronte a due sfaccettature dello stesso problema, che richiede una soluzione. In questo momento lo stato dimostra di non essere in grado di proteggere il cittadino che reagisce con lo stato d’animo di un soggetto aggredito. Serva che venga ristabilito un grandissimo equilibrio, proprio da quella magistratura che deve valutare i casi: la vittima, dopo aver subito un danno in casa propria, ha bisogno di un messaggio di protezione dalla legge. Un messaggio che oggi è scemato oggi, il Parlamento dovrà contribuire a riequilibrare la situazione e fare in modo che il cittadino torni ad avere fiducia nella giustizia”.

 

Come recuperare la fiducia nella giustizia? Secondo il Procuratore della Repubblica di Cuneo Francesca Nanni bisogna “concentrarsi in primis sul lavoro, cercare di applicare le norme che ci sono e le risorse a disposizione, sentirsi al servizio dei cittadini. Il nostro paese soffre di una terribile mancanza di effetività della pena: si è sparsa nella criminalità la sensazione di poterla farla franca, rimanere sostanzialmente impuniti. Questo ha fatto sì che si concentrassero in Italia e, in alcune zone in particolare, una serie di fenomeni criminosi. Quello dei furti e delle rapine in casa è un reato odioso, sia per i danni economici ma, soprattutto, per i risvolti psicologici ai danni delle vittime: è importante, per questo, sottolineare la gravità di questi crimini e garantire l’esecuzione penale, la parte finale dopo la condanna che stabilisce effettivamente per quanto tempo il colpevole dovrà restare in carcere“. 

 

In ordine alla legittima difesa, un problema che bisogna porsi, secondo l’avvocato albese Roberto Ponzio è inerente alla norma stessa, l’articolo 52 del Codice Penale, fermo ai tempi del Fascismo, al 1930: “E’ ancora attuale? Ha ancora una validità o deve essere modificata? L’unico restyling, solo formale, è stato effettuato nel 2006, non cambiando di fatto nulla, intaccando solo il principio di proporzionalità. Un intervento, quello del legale langarolo, molto sentito e che ha strappato più volte applausi: “Oggi ci troviamo ad una criminalità organizzata ben differente dagli anni passati ed è francamente improponibile affidarci ancora ad uno statuto dell’epoca fascista. Dobbiamo ampliare la tutela del cittadino aggredito: se nel mio domicilio entra una persona armata, la presunzione di legittima difesa debba essere sicura; bisogna estendere questa proporzione alle pertinenze, ed inserire la scusante emotiva all’eccesso colposo di legittima difesa, così come in altri stati“.

 

Non sono quindi mancati gli spunti di discussione, le idee e le proposte, di fronte ad un’ampia platea: la palla, come sempre, passerà al Parlamento che dovrà dimostrarsi, per una volta, all’altezza della situazione su un fronte certamente delicato. Di seguito alcune immagini dell’incontro tenutosi al Centro di Documentazione Territoriale:

 

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EP – Redazione Ideawebtv.it