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“Ti conviene pagare, siamo pericolosi”: arrestate due persone a Borgo San Dalmazzo per estorsione

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“Ti conviene pagare, siamo pericolosi”: erano pressappoco queste le parole che G.P., 26enne di origini calabresi, pronunciava rivolgendosi al proprietario di un bar di Borgo San Dalmazzo.

 

Chiedeva il “pizzo” al commerciante, che, intimorito, nel giro di alcuni mesi è arrivato a sborsare 8.500 euro. Dietro al calabrese pregiudicato c’era la vecchia proprietaria dell’esercizio commerciale (passato di proprietà circa un anno fa), che lamentava, senza motivo, un credito nei confronti del nuovo proprietario, e aveva deciso di avvalersi di Provenzano per la riscossione. Al termine di un’articolata attività investigativa durata più di un mese, i carabinieri della compagnia di Borgo San Dalmazzo li hanno arrestati entrambi per il reato di estorsione (si trovano ora ai domiciliari): oltre al 26enne, residente a Revello, anche B.V., 46 anni, commerciante borgarina incensurata, la presunta mandante.

 

L’operazione è stata sviscerata nella sue parti fondamentali durante una conferenza stampa dal Tenente Alberto Calabria, comandante della compagnia di Borgo San Dalmazzo, e dal Maresciallo Marco Dainese, comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile di Borgo San Dalmazzo. L’indagine è partita da alcune indiscrezioni e semplici voci di strada arrivate all’orecchio dei militari borgarini. Le successive verifiche hanno consentito di appurare che non si trattava di semplici chiacchiere di paese, ma che era tutto vero: un noto commerciante del luogo era vittima del racket. Prima gli appostamenti, quindi le intercettazioni telefoniche ed ambientali ed i pedinamenti hanno fatto arrivare i carabinieri ai due estorsori, che da giugno ad ottobre 2015, reiteratamente, si erano fatti consegnare la somma contante di 8.500 euro. I metodi erano molto aggressivi: in un’occasione Provenzano ha utilizzato anche una pistola per intimidire il proprietario dell’esercizio commerciale, che ha avuto paura per sè e per la sua famiglia.

 

La fiducia tra la vittima e le forze dell’ordine è stata però decisiva per il buon esito dell’operazione, con i militari che hanno immediatamente assicurato la massima protezione a lui e ai suoi familiari. A fine novembre l’arresto in flagranza di reato del calabrese, sorpreso dalla telecamera piazzata dai carabinieri nel retro del bar mentre si faceva consegnare l’ennesima “rata” di 700 euro. Oltre ai due arrestati, sono state denunciate altre tre persone, che hanno tra i 21 e i 48 anni, accusate di aver collaborato con l’uomo e la donna per portare a termine l’attività criminosa. I carabinieri hanno inoltre eseguito una serie di perquisizioni domiciliari rinvenendo alcune schede sim telefoniche e dei telefonini utilizzati per comunicare dai due arrestati. Le indagini dei militari proseguono per accertare se il gruppo criminale possa aver preso di mira altri commercianti del cuneese.

 

GDS

In foto un momento della conferenza stampa

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