Chiusura degli Uffici, Poste dovrà prima consultare i territori. Taricco e Gribaudo: “Una conferma importante”

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«Importanti e concrete novità arrivano per il nuovo contratto di programma tra Ministero dello Sviluppo economico e Poste: entro il 31 marzo 2016 i comuni e tutti gli enti locali potranno inviare a Poste Italiane l’elenco delle proposte per migliorare e potenziare il servizio sui territori, in particolare quelli montani e rurali.

Un’occasione da cogliere ed utilizzare, per tutelare e migliorare il servizio rafforzando l’interazione tra la società e le istituzioni, a beneficio delle comunità e delle pubbliche amministrazioni.» lo comunicano in una nota la Vicecapogruppo PD alla Camera Chiara Gribaudo e il deputato Mino Taricco.

 

«Il Governo, rappresentato dal Sottosegretario del Mise Antonello Giacomelli, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, ha ribadito ciò che sosteniamo da tempo insieme ai territori: ovvero che la capillarità degli uffici non è un peso, bensì un asset strategico per l’azienda e per il Paese, così come già scritto nell’accordo nazionale del Mise con Poste. Ogni chiusura impoverirebbe quindi le opportunità di sviluppo dell’intera società.»

 

«Nel dettaglio – spiegano i deputati dem – il Sottosegretario ha precisato che, alla luce del nuovo accordo, prima di ogni decisione di riorganizzazione e rimodulazione, Poste dovrà valutare in maniera prioritaria le iniziative proposte da Enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali. Il rapporto costi-ricavi non dovrà essere valutato sulla base di ogni singolo ufficio ma in un ambito territoriale più ampio.»

 

«In sostanza, come abbiamo detto dall’inizio, non solo gli uffici non devono essere chiusi, ma insieme agli Enti locali, Comuni e alle Unioni montane, le direzioni locali dell’azienda devono sedersi a un tavolo e concordare insieme un potenziamento dei servizi agli utenti, alle imprese, ai Comuni stessi. In Piemonte qualcosa si è già fatto. Vi sono però molti spazi per migliorare l’offerta. L’Autorità sulle Comunicazioni dovrà monitorare queste proposte e questi piani adeguati ai territori, in particolare montani e rurali. Come parlamentari del territorio, continueremo a vigilare che le opportunità vengano colte e le carenze di servizi risolte.» hanno concluso Gribaudo e Taricco.