Operazione S.O.S. a segno: smantellata banda di rapinatori seriali di gioiellerie fra albese ed astigiano | Le indagini sono partite dal primo colpo, assestato a Grinzane Cavour

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Due rapine ai danni di gioiellerie nel giro di un mese, una andata a segno, l’altra solo tentata, e un bottino stimato intorno ai 300 mila euro. Dal giorno del primo furto, portato a termine il 22 maggio a Grinzane Cavour, i carabinieri si sono messi al lavoro per risalire ai responsabili.

Dopo mesi di indagini, i pezzi, come un puzzle in costruzione, sono andati tutti al loro posto, fino ad arrivare nei giorni scorsi all’arresto di due malviventi: un 21enne di Asti ed un 24enne di Catania; il terzo complice, 24 anni, anche lui catanese, è attualmente ricercato. L’operazione, denominata S.O.S. (per via del carro attrezzi utilizzato dai rapinatori durante i sopralluoghi sugli obiettivi da colpire) è stata brillantemente condotta dai carabinieri di Alba e da quelli di Canelli. Tutto partì, come detto, il 22 maggio, quando a Grinzane Cavour, nella gioielleria Roggero, si consumò una rapina cruenta, con due malviventi (uno vestito da donna) che aggredirono violentemente il proprietario, minacciandolo con delle armi e colpendolo ripetutamente con inaudita ferocia, tanto da procurargli diverse lesioni, alcune delle quali permanenti, e la rottura del setto nasale. Il tutto di fronte alle figlie, terrorizzate, una delle quali anche immobilizzata con fascette di plastica, mentre l’altra, riuscita a scappare ed uscire, allertò poi i carabinieri. I rapinatori portarono via in quell’occasione il contenuto della cassaforte di circa 300 mila euro, dileguandosi poi con un’utilitaria rubata, successivamente abbandonata.

 

Un mese dopo a Canelli altra rapina, questa volta solo tentata, sempre in una gioielleria, la Paros: in quell’occasione due malviventi, dopo aver aggredito la titolare del negozio e una commessa, furono messi in fuga dall’intervento provvidenziale del fratello del proprietario di un vicino esercizio commerciale. I due episodi, che sembravano inizialmente scollegati, con l’approfondire delle indagini dei carabinieri risultarono avere diversi punti di contatto: oltre alla violenza fisica, la presenza di un carro attrezzi (in uso ad un noto pregiudicato) individuato grazie alle telecamere di sorveglianza nei pressi della gioielleria di Grinzane Cavour, e poi comparso nuovamente tra Santo Stefano Belbo e Canelli il giorno della seconda rapina. Il carro attrezzi era seguito da un’utilitaria, di proprietà della madre di uno degli arrestati, a bordo della quale si intravedeva un uomo vestito con abiti simili a quelli di uno dei rapinatori.

 

Altro elemento comune rilevato grazie alle telecamere: un complice che si muoveva con le stampelle e che in entrambe le occasioni effettuò un sopralluogo qualche giorno prima dei colpi, entrando nei negozi senza mai comprare nulla, per fornire poi ai rapinatori indicazioni utili per i furti. Messi insieme i vari pezzi, i carabinieri sono arrivati ai tre responsabili, tutti con precedenti penali e conosciutisi proprio in carcere. Denunciate anche la madre del 21enne e un altro pregiudicato catanese, l’uomo con le stampelle.

 

GDS