Home Fossanese e Saviglianese Caso Michelin, Marco Grimaldi (SEL): “Le prospettive sono cupe”

Caso Michelin, Marco Grimaldi (SEL): “Le prospettive sono cupe”

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Gli Assessori competenti hanno risposto in aula all’interrogazione urgente del Capogruppo di SEL Marco Grimaldi sulla situazione di Michelin che, nell’ambito del piano strategico 2016-2020, ha previsto la chiusura dello stabilimento di Fossano e una riorganizzazione che metterebbe a rischio centinaia di posti di lavoro: in Piemonte 400 a Fossano, 30 ad Alessandria, 120 a Torino.

Apprezzabile è il fatto che Presidente Giunta abbiano attivato contatti e incontri con l’azienda, con il Ministero dello Sviluppo Economico e con le rappresentanze sindacali. Positiva l’apertura della trattativa sindacale, con l’incontro di ieri (16 novembre) e la convocazione di due ulteriori appuntamenti, il 24 novembre e il 2 dicembre. L’obiettivo dichiarato della Regione è di offrire piena disponibilità a entrambe le parti, con l’intenzione di scongiurare la chiusura dello stabilimento di Fossano e la drastica riduzione occupazionale.

 

Tuttavia – dichiara Grimaldi – “le prospettive che Michelin lascia intravedere sono ancora cupe. L’apertura da parte dell’azienda su un possibile rinvio della chiusura dello stabilimento al 2017 è una timida schiarita. Come ci hanno riferito gli operai lunedì a Cuneo, il vero rischio è che a pagare la crisi e la ristrutturazione aziendale siano i più deboli a livello contrattuale: i 300 lavoratori interinali o con contratto a termine. Per salvare il sito di Fossano e valorizzare la produzione della gomma made in Italy basterebbe riportare la produzione dei cosiddetti “cerchietti” qui in Italia, reinternalizzando la parte di produzione delocalizzata in Romania o in Polonia in tempi di deindustrializzazione.
Alla Regione – prosegue Grimaldi – chiedo un avanzamento in materia di politica industriale: non è più tempo di accontentarsi delle parole rassicuranti dei gruppi aziendali. Con questo atteggiamento, in questi anni, si sono solo perse migliaia di posti di lavoro. Non possiamo permettercelo, prima di tutto per coloro che stanno scioperando, preoccupati per il proprio futuro”.

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