Vicenda Michelin, Confartigianato Cuneo: “A rischio centinaia di imprese artigiane dell’indotto”

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«Alla luce dei primi timidi segnali di ripresa economica, questa scelta rischia di affossare le tante imprese artigiane della zona, strettamente legate all’attività della multinazionale. Bisogna intervenire al più presto, confrontandosi innanzitutto con i vertici aziendali.

Come Confartigianato Cuneo chiediamo che le Istituzioni locali e lo stesso Governo si attivino immediatamente per affrontare in modo costruttivo la problematica, rendendoci fin d’ora disponibili ad una piena collaborazione». Questo il primo commento del presidente provinciale di Confartigianato Imprese Cuneo Domenico Massimino all’annuncio da parte del Gruppo Michelin della chiusura entro il 2016 dello stabilimento di Fossano. 

 

La Michelin è per molte aziende artigiane un importante polo di riferimento professionale. Autoriparatori, gommisti, elettricisti ed impiantisti rappresentano quel settore artigianale dell’indotto che, con la chiusura della Michelin di Fossano, si vedranno quasi azzerata l’attività.

Al dramma sociale dei 400 dipendenti a rischio posto di lavoro, si vanno dunque a sommare i numeri significativi di aziende con relativo personale che dalla presenza sul territorio della multinazionale traggono sostentamento per la loro attività. 

 

«Si tratta di una vera e propria filiera produttiva – spiega il presidente di Confartigianato – zona di Fossano Gianfranco Canavesio – la quale, perdendo il suo attore principale, rischia di precipitare nuovamente in un momento buio, quando con fatica sta cercando di rialzare la testa dopo quasi otto anni di crisi. Per quanto mi riguarda, provvederò rapidamente a consultarmi con i miei colleghi e a programmare un incontro, insieme al comune di Fossano e magari con i vertici aziendali, per valutare la situazione e individuare delle possibili soluzioni».

 

«Dal 2009 ad oggi – aggiunge il presidente Massimino – il nostro territorio ha perso, solo nel campo dell’edilizia, quasi mille aziende per un totale di duemila posti di lavoro. Anche se i recenti dati della Camera di Commercio, relativi al terzo trimestre del 2015, evidenziano una leggera crescita (0,18%) delle aziende artigiane, il comparto resta ancora “fragile”. La decisione della Michelin pesa come un macigno e potrebbe annullare questi primi segnali positivi».

«Alla luce dei primi timidi segnali di ripresa economica, questa scelta rischia di affossare le tante imprese artigiane della zona, strettamente legate all’attività della multinazionale. Bisogna intervenire al più presto, confrontandosi innanzitutto con i vertici aziendali. Come Confartigianato Cuneo chiediamo che le Istituzioni locali e lo stesso Governo si attivino immediatamente per affrontare in modo costruttivo la problematica, rendendoci fin d’ora disponibili ad una piena collaborazione». Questo il primo commento del presidente provinciale di Confartigianato Imprese Cuneo Domenico Massimino all’annuncio da parte del Gruppo Michelin della chiusura entro il 2016 dello stabilimento di Fossano.

La Michelin è per molte aziende artigiane un importante polo di riferimento professionale. Autoriparatori, gommisti, elettricisti ed impiantisti rappresentano quel settore artigianale dell’indotto che, con la chiusura della Michelin di Fossano, si vedranno quasi azzerata l’attività.

Al dramma sociale dei 400 dipendenti a rischio posto di lavoro, si vanno dunque a sommare i numeri significativi di aziende con relativo personale che dalla presenza sul territorio della multinazionale traggono sostentamento per la loro attività.

«Si tratta di una vera e propria filiera produttiva – spiega il presidente di Confartigianato – zona di Fossano Gianfranco Canavesio – la quale, perdendo il suo attore principale, rischia di precipitare nuovamente in un momento buio, quando con fatica sta cercando di rialzare la testa dopo quasi otto anni di crisi. Per quanto mi riguarda, provvederò rapidamente a consultarmi con i miei colleghi e a programmare un incontro, insieme al comune di Fossano e magari con i vertici aziendali, per valutare la situazione e individuare delle possibili soluzioni».

«Dal 2009 ad oggi – aggiunge il presidente Massiminoil nostro territorio ha perso, solo nel campo dell’edilizia, quasi mille aziende per un totale di duemila posti di lavoro. Anche se i recenti dati della Camera di Commercio, relativi al terzo trimestre del 2015, evidenziano una leggera crescita (0,18%) delle aziende artigiane, il comparto resta ancora “fragile”. La decisione della Michelin pesa come un macigno e potrebbe annullare questi primi segnali positivi».