Cheese 2015: latte o non latte? Se n’è parlato con Andrea Pezzana, Pierpaolo Grimaldi, Renata Alleva e Paolo Bellingeri

0
514

È vero che il latte crudo previene l’osteoporosi? O che il latte di capra può sostituire quello materno nell’alimentazione del neonato? A queste e molte altre domande si è cercata una risposta durante l’incontro Latte sì, latte no, organizzato nell’ambito del programma dei Laboratori del Latte a Cheese 2015. 

Il dibattito moderato da Andrea Pezzana, medico nutrizionista e responsabile Area Salute di Slow Food Italia, ha offerto l’occasione per sfatare molti dei miti che circondano le proprietà nutritive del latte, ma anche per confermare alcune credenze diffuse.

 

Nessun dubbio, ad esempio, circa l’insostituibilità di questo alimento nelle prime fasi della vita: «Dal punto di vista sanitario – afferma Pezzana – c’è un’assoluta evidenza riguardo al fatto che l’allattamento riduca il rischio futuro di obesità e sindromi metaboliche, ma anche quello di contrarre tumori alla mammella per le donne. Per questo l’Organizzazione mondiale della sanità consiglia di non completare lo svezzamento prima dei due anni di età del bambino».

 

L’antropologo Pierpaolo Grimaldi, rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, sottolinea l’importanza dell’allattamento anche dal punto di vista culturale: «Tra gli anni Sessanta e Settanta si è assistito, perfino in ambiente medico, al tentativo di abituare forzatamente i neonati al latte in polvere. Oggi si segnala per contro un positivo ritorno ai valori dell’allattamento, che non può essere concepito come una “perdita di tempo” per la donna».

 

Occorre però fare attenzione a quanto latte si consuma fin dalla fase successiva allo svezzamento. La specialista in nutrizione Renata Alleva avverte infatti che «l’apporto proteico del latte vaccino è tra le cause del sovrappeso già nella prima infanzia», senza contare che «i mangimi animali possono essere a base di soia Ogm e contenere residui di glifosate, un cancerogeno la cui pericolosità è evidenziata dagli studi».

 

Concorda sul punto Paolo Bellingeri, nutrizionista in ambito oncologico, il quale mette in guardia dai rischi di una cattiva assunzione di latte e derivati: «Apprezziamo il latte come alimento fondamentale per la crescita, ma facciamo attenzione a cosa mangiamo. Se è vero che il latte di qualità contiene sostanze utili alla prevenzione oncologica, come gli omega 3 e l’acido linoleico coniugato, il consumo eccessivo di latticini può nuocere alla salute».

 

In definitiva, spiega ancora Pezzana, come nel caso della carne il problema non è il consumo dell’alimento, ma la sua riduzione a oggetto di consumo: «Carlo Petrini ha ricordato come nella nostra società si sia persa quell’abitudine al consumo responsabile che era propria delle generazioni passate: l’errore è pensare di poter sempre mangiare come nei giorni di festa. Non è un controsenso parlarne proprio qui a Cheese, dove si celebra la qualità dei prodotti lattiero-caseari. E il formaggio è in fin dei conti “il salto del latte verso l’immortalità”».

 

c.s.