Ortofrutta, le misure per contrastare l’embargo russo | Il provvedimento, sostenuto dal viceministro Olivero, prevede per l’Italia il ritiro di 50 mila tonnellate di prodotti

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Nei giorni scorsi, a seguito di un intenso pressing italiano, la Commissione Europea ha presentato al competente Comitato di gestione il progetto di regolamento europeo per predisporre nuove misure a favore del settore ortofrutticolo colpito dall’embargo russo. Il provvedimento passerà ora all’esame del collegio dei Commissari e si prevede l’approvazione finale entro il 31 luglio, in modo che sia operativo già a inizio agosto. La sua durata è fino al 30 giugno 2016.

 

Per l’Italia è previsto un plafond di ritiri complessivo di circa 50 mila tonnellate di prodotto e in particolare di: mele e pere (17.500 tonnellate), pesche e nettarine (9.200 tonnellate), agrumi (3.300 tonnellate), susine kiwi e uva da tavola (15.300 tonnellate) e altri ortaggi (650 tonnellate). A questo si aggiunge un ulteriore plafond da 3 mila tonnellate, che può essere gestito a livello nazionale. Le tipologie di azioni ammesse sui prodotti ortofrutticoli oggetto del regolamento riguardano: ritiro dal mercato e destinazione agli indigenti, mancata raccolta e raccolta verde.

 

Quanto può incidere questo provvedimento per il settore ortofrutticolo cuneese, ancora in difficoltà dopo la durissima annata del 2014? “È un provvedimento – risponde il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, che lo ha fortemente sostenuto – atteso, concreto e finalmente articolato in modo tale da non prestare il fianco ad utilizzi truffaldini da parte di pochi Stati. Come, purtroppo, è avvenuto lo scorso anno. Lavoreremo per renderlo operativo entro l’inizio di agosto, così da essere efficace anche per pesche e nettarine: i nostri settori più in difficoltà. Naturalmente non ci illudiamo che possa sanare le difficoltà del comparto, ma sappiamo che, insieme agli investimenti previsti per migliorare qualità e logistica e alle azioni di promozione dei consumi, può consentire ai nostri imprenditori di guardare al futuro con un poco di ottimismo in più”.