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Protesta della Gancia durante la seduta odierna: Ruba letteralmente la sedia a Chiamparino | Un modo per protestare contro la sentenza del Tribunale amministrativo e “restituire” alla Lega Nord la presidenza

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A colpi di sedia, la politica si fa così da un po’, ma qui parliamo letteralmente di sedie rubate. Come in un gioco da bambini, ma senza l’intento di farlo sembrare un gioco, né tantomeno di scherzare,  ecco che stamattina Gianna Gancia si è seduta sullo scranno del Presidente Chiamparino per protesta. A nulla sono valsi i tentativi dello stesso di faral desistere da questa inusitata, quanto determinata, forma di protesta, nemmeno la “minaccia” di prenderla in braccio.

 

Il motivo? Presto detto. Per la Presidente del Gruppo Lega Nord nel Consiglio regionale del Piemonte, come anche per i consiglieri Alessandro Benvenuto (Lega Nord) e Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) che hanno occupato il banco della Giunta, questo era un modo per protestare contro la sentenza del Tribunale amministrativo e “restituire” alla Lega Nord la presidenza scippatale un anno fa a colpi di atti giudiziari dallo stesso Tar, che ha invece assolto Chiamparino da analoghe (e, secondo la Gancia, ben più gravi, in quanto riferite alle sue liste) accuse.

Per sbloccare la situazione, il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, ha sospeso la seduta e chiesto l’intervento dei messi per accompagnare la presidente leghista al suo posto.

 

«Quanto sta capitando in questa Regione ha del grottesco – ha commentato Gianna Gancia -, ci sono differenze di trattamento non solo giuridico, ma anche mediatico che fanno comprendere come la fiducia in questo paese sia stata seppellita da una sinistra che si è appropriata completamente di uno dei settori cardini della democrazia di questo paese. Mi domando come possa un cittadino essere sereno in un paese in cui non esistono regole uguali per tutti».

 

Gianna Gancia ha voluto in questo modo sottolineare anche la gravità del gesto di Mattarella, smentito con troppo ritardo, guarda caso, dalla stessa Presidenza della Repubblica, in cui si plaudiva all’esito del Tar.

 

«Se Chiamparino è coerente con quanto ha continuato a ribadire – dice la presidente leghista -, deve immediatamente dimettersi per liberare il Piemonte dalla palude dell’immobilismo».

SV

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