Provincia, sulla gestione dell’acqua si deciderà entro il 30 settembre | Critico il M5S: “Mancata un’opportunità storica”

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Un’unica società a partecipazione pubblica si occuperà del ciclo idrico integrato nella Granda in vista della scadenza delle attuali gestioni nel 2017. Entro il 30 settembre la Regione e Autorità d’ambito stabiliranno, con un tavolo tecnico, la fattibilità dell’operazione per rispettare i tempi previsti nel decreto Sblocca Italia, che impone la scelta della forma di gestione entro quella data.

 

É questa, in sintesi, l’indicazione emersa giovedì 3 luglio in Provincia e approvata a larga maggioranza dall’assemblea dei sindaci, sulla base di un documento presentato dal presidente Federico Borgna. L’assemblea è stata convocata dal presidente dell’Ato 4 e consigliere provinciale, Bruna Sibille, oltre 170 i primi cittadini o delegati presenti per decidere sulla gestione del ciclo dell’acqua. Il documento invita la Conferenza d’ambito ad adottare la delibera quadro sulla gestione dell’acqua a livello provinciale che preveda la scelta di un modello di gestione “da individuarsi in una società unica provinciale a partecipazione pubblica, che sia rispettosa della volontà espressa dei cittadini nel referendum del 2011”.

 

L’alternativa evidenziata dal dibattito è tra l’affidamento in house a una società tutta pubblica oppure a una società misto pubblico-privata. Vivace il confronto tra chi difende la gestione dell’acqua affidata a un solo gestore pubblico a livello provinciale con affidamento diretto del servizio (tra cui l’Acda che gestisce 72 città tra cui Cuneo) e chi invece sostiene la società mista a controllo pubblico (previsto appalto per i privati) e l’appalto con gara europea, tra cui Fossano, Savigliano, comuni della Langa e del Roero).
 In difesa della gestione tutta pubblica anche il Comitato Acqua Bene pubblico, che ha manifestato davanti alla sede della Provincia e ha partecipato al dibattito. Critico il MoVimento 5 Stelle: “Si è quindi oggi mancata un’opportunità storica, prima provincia in Piemonte, di dimostrare nei fatti l’aderenza all’esito referendario del 2011 per un’acqua interamente pubblica. Come cittadini ci sentiamo traditi da molti dei nostri amministratori locali e non mancheremo di far sentire le nostre voci con ogni mezzo e in ogni luogo perché questa situazione venga ribaltata“.