L’Asl CN1 e l’Aso S.Croce e Carle verso l’integrazione | Lo hanno dichiarato i direttori durante una conferenza stampa congiunta

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Integrazione. É la parola d’ordine delle Direzioni Generali dell’Asl CN1 e dell’ASO S. Croce e Carle che giovedi 18 giugno si sono presentate alla stampa, in un incontro congiunto per una prima uscita ufficiale.

 

Le Aziende sono in attesa delle linee guida, che dovrebbero essere licenziate dall’Assessorato regionale alla Sanità a fine mese, per rivedere i loro atti aziendali, in sostanza gli organigrammi: una riorganizzazione dei servizi amministrativi e, forse in maniera più soft, delle strutture ospedaliere e territoriali. Saranno salvaguardate le eccellenze dei vari ospedali, ma la rete richiede di definire finalmente chi fa che cosa: non quindi una rivoluzione, certamente una riorganizzazione dell’attuale assetto. “Tutti interventi che saranno decisi con il coinvolgimento dei clinici – spiegano Bedogni e Magni, direttori delle due aziende sanitarie -. L’integrazione sarà trasversale, su tutti i servizi. Non sono previsti tagli, punteremo invece al  miglioramento della qualità delle prestazioni. E la qualità porta risparmi”.

 

Esempi di integrazione? L’accordo con Federfarma per il ritiro dei referti di laboratorio, che sarà siglato anche dall’Aso S. Croce, interventi sulla logistica per costituire un unico magazzino farmaci o un solo punto cottura. Dove? “Utilizzeremo i locali disponibili, se possibile, per risparmiare; altrimenti cercheremo altre soluzioni”.     

 

Anche sul piano assunzioni ci sono novità: l’Assessorato, con una recente delibera, ha abolito il blocco del turn-over per l’assunzione dei sanitari (rimane per gli amministrativi resta), aumentando il tetto di spesa del costo del personale, operazione che consentirà, almeno per le aziende più virtuose, di assumere più medici, oss e infermieri. Per il 2015 Savigliano assumerà 67 dipendenti; il S. Croce conterà 40 dipendenti in più rispetto al 2014 oltre la sostituzione di tutto il turn-over. Poi c’è l’attesa per le deroghe per attivare i concorsi per i Primari: sono diversi i posti vacanti sulle due aziende.

 

Altro tema: l’integrazione tra territorio e ospedale. E qui entra in gioco soprattutto l’Asl, ma non solo. Ancora Bedogni: “Il problema dell’ospedale è facilitare le dimissioni degli utenti e noi siamo disposti a fare la nostra parte, ad esempio garantendo le dimissioni concordate, avvisando il Distretto e chi deve ricevere i pazienti a casa”.
Ma del territorio è competente l’Asl. Magni fa un ragionamento, guardando al futuro: “I posti letto per acuti sono 3,7 per mille e nei prossimi anni diminuiranno ancora. L’Asl sta cambiando perché cambiano i bisogni della popolazione. Per questo ho avanzato a Ceva l’idea di avere gruppi di medici di famiglia in ospedale. Ma dovremo anche implementare i progetti di telemedicina che già sono stati attivati sperimentalmente nell’Asl su alcune tipologie di pazienti; sarebbe utile anche utilizzare l’Elisoccorso notturno, oltreché per il trasporto di pazienti tra ospedali, anche come servizio di 118”.

 

Arriva anche una sollecitazione sui tempi di attesa. Risponde Magni: “In un sistema universalistico è difficile abolirle, bisogna piuttosto introdurre lo stesso principio che vale per gli accessi al Pronto soccorso dove non passa il primo che arriva, ma chi ha più urgenza: Quindi ci saranno dei casi in cui i pazienti devono essere visti entro le 48 ore e altri, per semplici controlli, dove si deve mettere in conto un’attesa anche non breve”.
Per quanto riguarda i problemi strutturali si cercherà di affrontare quelli più gravi. E se le risorse non saranno sufficienti,, ben vengano contributi di Fondazioni bancarie o di altre libere associazioni. Ma il Piano delle priorità lo definisce l’Azienda, ascoltando primari e capi dipartimento.