Giovane italiano minacciato in Ungheria | Il Comitato per i Diritti Umani del Consiglio regionale, presieduto da Mauro Laus prende posizione

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Con una nota ufficiale inviata al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, al presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani Luigi Manconi, al Vicepresidente della Commissione Europea con delega ai Diritti Umani Frans Timmermans, il Comitato per i Diritti Umani del Consiglio regionale, presieduto da Mauro Laus, ha preso posizione sulla vicenda di Andrea Giuliano, il giovane italiano minacciato di morte in Ungheria per il suo impegno a favore degli omosessuali.

 

 

Ecco il testo integrale della nota.
Apprendiamo con assoluto sgomento che un ragazzo italiano, Andrea Giuliano, si trova, da un anno, vittima di una delle peggiori discriminazioni di cui si abbia memoria nel vecchio continente.
Andrea, residente a Budapest, viene braccato e minacciato di morte da un gruppo politico di stampo chiaramente neonazista, che si è spinto a mettere una taglia di 10mila dollari sulla sua testa. L’unica colpa di Andrea è quella di battersi per i diritti delle persone omosessuali in Ungheria.
Sul sito del gruppo estremista sono comparse le foto del ragazzo, il suo indirizzo di casa e quello del suo datore di lavoro. Diversi fanatici hanno utilizzato questi dati per rivolgere insulti e inviare migliaia di mail alla ditta per cui il giovane lavora, chiedendo di <licenziare l’italiano reo di infangare il Paese e la religione cristiana>. E risulta che, date le suddette pressioni, Andrea alla fine sia stato licenziato.
Questa vicenda è di inaudita gravità.
Chiediamo alle Autorità italiane e a quelle ungheresi di fare tutto quanto sia in loro potere per garantire la sicurezza di Andrea e di prendere ufficialmente le distanze dalla posizione politica espressa dal gruppo di persecutori.
Chiediamo altresì di poter verificare le condizioni di salute di Andrea che ricordiamo essere un cittadino italiano.
La tutela dei diritti umani sono la nostra missione e noi abbiamo la certezza che dove essi siano propugnati e difesi la società nel suo complesso possa contare su condizioni di vita migliori”.

 

L’iniziativa, condivisa oltre che dal presidente Laus dai vicepresidenti Enrica Baricco e Giampiero Leo, è stata assunta a seguito della segnalazione pervenuta da Alessandro Battaglia, componente del Comitato Diritti Umani e attivo da molto tempo affinché la comunità Lgbt, italiana e non, possa finalmente vedere riconosciuti i diritti fondamentali.