Calcio Femminile – “Caso Belloli”, ecco cosa ne pensano le squadre ‘in rosa’ cuneesi

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Sono ore di grande frenesia in grembo al calcio femminile nazionale che si è terribilmente scaldato dopo la presunta frase del Presidente LND Felice Belloli “Basta dare soldi a queste 4 lesbiche”.

 

Negli ultimi anni il calcio in rosa si è sviluppato molto anche nel territorio cuneese e, grazie proprio al lavoro delle ragazze e degli addetti ai lavori, la provincia ‘Granda’ può contare tre squadre nei campionati nazionale ed altrettante nei tornei regionali. Ideawebtv.it ha contattato le squadre femminili cuneesi per sapere quale sia stata la reazione a questa presunta frase di Belloli.

 

CUNEO (Presidente Eva Callipo): “Il Cuneo Calcio Femminile non intende esprimere un giudizio sulla vicenda fino a quando non verranno appurati i fatti e le parole effettivamente dette”.

 

ALBA (Dirigente Piermarco Drocco): “Siamo stupiti e molto amareggiati. Una frase del genere è veramente un duro colpo per quelle persone che credono in questa disciplina e che lavorano ogni giorno dell’anno per permettere un futuro a questo sport”.

 

MUSIELLO SALUZZO (Direttore Sportivo Andrea Rubiolo): “Se questa frase è stata realmente detta non posso che condannarla. Il problema, però, non è il giudizio che una singola persona può dare sull’intero movimento a prescindere che questo possa essere il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Il problema è che l’italiano medio, purtroppo, ha quest’idea del calcio femminile e la esterna senza sapere minimamente cosa c’è dentro a questa disciplina”.

 

CAVALLERMAGGIORE (Team Manager Roberto Montan): “Le parole di Belloli sono disgustose, condite del più bieco maschilismo e assolutamente inaccettabili, soprattutto perché pronunciate da chi dovrebbe rappresentare un intero movimento sportivo. Entrando nel merito, invece, gli si potrebbe obiettare che sarebbe anche ora che la federazione smettesse di pagare stipendi, rimborsi ed emolumenti a chi ritiene che lo sport debba essere riservato solo ad alcuni. Dispiace dirlo ma questa è la mentalità imperante e il calcio femminile non crescerà mai se non riusciremo a sradicarla”.

 

COSTIGLIOLESE (Mister Massimo Aimar): “Non abbiamo parole, questa frase è lo specchio esatto di quanto conti il calcio femminile in Italia: zero”.

 

RACCO ’86 (Giocatrice Giorgia Pecchenino): “Io penso che sia ancora una volta la dimostrazione di ignoranza totale, di persone che parlano ma non sanno quello che sta dietro il calcio femminile. Non siamo pagate e anche le ragazze che arrivano in serie A non percepiscono stipendi da capogiro ma fanno tutto per il vero significato della parola passione. Vorrei dire a questo uomo se così si può definire di venire a vedere quelle quattro lesbiche quando si allenano,quando giocano e con che volontà e sacrifici fanno quello che amano”.

 

Intanto Belloli ha fatto sapere che non intende dimettersi proprio poco prima che la Procura Federale annunciasse l’apertura di un’indagine.

 

 

Redazione Sportiva Ideawebtv.it