Protesta di Confcommercio sul Ristorante in casa | “È illegale”, e parte una lettera al Prefetto, alle Autorità provinciali e ai Comuni

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La Confcommercio scende in campo per contrastare il fenomeno dei cosiddetti “Home restaurant” (vale a dire il ristorante dei privati creato nella propria casa).

 

Comprensibili le perplessità e le rimostranze dei ristoratori, vessati da mille incombenze e costretti al raffronto tra la loro attività e quella dei free lance, pronti a fare lo stesso mestiere in spensieratezza, in un contesto che non è normato ed è obiettivamente difficile da controllare.

 

La crisi fatica ad allontanarsi dai nostri orizzonti – dice il presidente degli albergatori Pierino Sassoneper far quadrare bilanci familiari in difficoltà ci si inventa di tutto. Nasce così un’altra forma di concorrenza, decisamente impari, con controlli assillanti da un lato e gestioni estemporanee illegali molto più libere dall’altro. Inutile sottolineare che, anche in questo caso, a pagare sono gli operatori ufficiali, rispettosi delle normative”.

 

A Cuneo e dintorni i primi home restaurant sono già in attività. Sulla rete compaiono, addirittura in qualche caso, i primi giudizi della clientela.
Con tempestività la Confcommercio provinciale, tramite l’Associazione Albergatori e le Associazioni Commercianti territoriali, sta informando i propri iscritti sull’evoluzione del fenomeno con particolare riferimento ai commenti giornalistici ed all’incidenza che hanno i siti web attraverso i quali, a volte, si raccolgono anche le prenotazioni e si arriva al pagamento anticipato.

 

Si tratta di attività – sottolinea il Presidente Sassone – poste in essere al di fuori di ogni regola. Occorre segnalare alle autorità di controllo ciò che sta accadendo sul territorio. Le violazioni di legge vanno dalla somministrazione di cibi e bevande anche alcooliche senza autorizzazione alla mancata segnalazione al Questore, al cambio d’uso degli edifici, alla assenza di controlli sulla sorvegliabilità dei locali (spesso non a piano strada), all’assenza di certificazione dei requisiti professionali e morali del titolare, alla mancanza del piano HACCP, delle certificazioni sulla formazione degli eventuali dipendenti, dell’iscrizione alla Cciaa ed all’Inps e avanti di questo passo”.

 

Le segnalazioni raccolte sul territorio provinciale saranno comunicate ai sindaci. Seguirà, da parte della associazione albergatori, la denuncia alle autorità. Nel frattempo è stata inviata una lettera sull’argomento a Prefetto, Questore, carabinieri, guardia di finanza, Asl, Agenzia delle entrate, Inps e direzione territoriale del lavoro per sollecitare una valutazione del fenomeno.