Confartigianato Cuneo contro i ritardi dei pagamenti | “Una piaga per le piccole e medie imprese artigiane”

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Le piccole e medie imprese rappresentano oltre il 90% del tessuto economico italiano, ma quando ci si scontra con “i grandi gruppi”, qualcuno se lo dimentica, perché, forse, non fa notizia. Non basta la crisi generalizzata, ora dobbiamo anche batterci per il più basilare dei diritti, quello di essere pagati per i lavori svolti”.

Non nasconde l’amarezza Enrico Molineri (foto), presidente provinciale del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Cuneo, nel commentare la grave situazione che molti artigiani e piccoli imprenditori sono costretti ad affrontare: il ritardo – e in alcuni casi il mancato – pagamento da parte dei clienti.
Fino a ieri – aggiunge Molineri – era soprattutto con la Pubblica Amministrazione che si verificava questo fenomeno. In effetti, deteniamo il triste primato di “maglia nera” nell’Unione Europea per i maggiori tempi di pagamento: ben 170 giorni”.

 

Questi ritardi, – spiega Luca Crosetto, vice presidente provinciale vicario e vice presidente europeo di UEAPME (Unione Europea dell’Artigianato e delle Piccole e Medie Imprese) – costano alle imprese 2,1 miliardi di euro in oneri finanziari. Un’assurdità se si pensa che esiste una ben precisa direttiva europea, recepita da un nostro decreto legislativo, che fissa a 30 giorni il massimo di tempo per il pagamento da parte della PA”.

 

Un esempio per tutti, il caso collegato all’Ilva di Taranto. Tristemente noto per i danni ambientali e le ripercussioni sulla salute di tantissimi lavoratori e cittadini, i problemi connessi si sono abbattuti violentemente sull’intero territorio nazionale, toccando pesantemente anche la provincia di Cuneo.

 

Ultimo atto di questa tragedia – conclude Molineri – una lettera inviata a tutti i fornitori, nella quale si comunicava che in pratica per il lavori eseguiti fino alla data del 20 gennaio 2015, essendo subentrata l’Amministrazione Straordinaria, non si assicurava il pagamento, viste procedure burocratiche in corso. E quindi i nostri artigiani si chiedono: che fare? Continuare a lavorare, sapendo che ora i lavori dovrebbero essere regolarmente pagati, non guardando al passato? O non fornire più il gruppo, perdendo, di fatto, un cliente che potrebbe portare una significativa mole di lavoro?”.