Sblocca Italia: reintrodotto il fondo per la Montagna

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Azzerato nel 2010 e mai più rispristinato aiuterà i borghi montani su cui gravitano grandi infrastrutture

Mercoledì 22 ottobre 2014 – 9.40

Nel corso dell’esame in Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati, una modifica avanzata con un emendamento a prima firma dell’on. Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem, ha reintrodotto il rifinanziamento del “Fondo per la Montagna” di cui alla legge 97/94, il cui capitolo venne azzerato nel  2010, dalla legge finanziaria dell’epoca, e mai più ripristinato.

L’alimentazione del fondo avverrà secondo una modalità da lunghi anni rivendicata dagli amministratori degli enti montani, ovvero attraverso il ristorno di una parte dei canoni versati allo Stato dai concessionari autostradali, che in tal modo ristoreranno ai fini di compensazioni ambientali i territori montani compromessi dal punto di vista paesaggistico e ambientale dalla presenza di queste grandi infrastrutture.

 

Il testo del provvedimento, infatti, introduce all’articolo 5 – nel quadro di una norma di proroga delle concessioni autostradali che ha fatto e sta facendo molto discutere – uno specifico comma aggiuntivo che stabilisce come i proventi derivanti dai canoni versati a seguito delle  concessioni oggetto di proroga debbano essere suddivisi – mediante un decreto del Ministero dell’infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministero dell’economia, sentite le commissioni parlamentari competenti – per rimpinguare tre fondi: il fondo manutenzioni dell’Anas, il fondo per il trasporto pubblico locale e, appunto, il fondo per la montagna.

 

Si tratta di un provvedimento storico per gli enti locali della montagna italiana – ha commentato Borghiche torna ad assicurare un’alimentazione finanziaria per progetti di sviluppo e di compensazione ambientale dopo anni di assenza dello Stato, introducendo un meccanismo innovativo che non grava sulla finanza pubblica ma ripristina una logica di naturale compensazione ambientale secondo la logica del pagamento dei servizi ecosistemici“.