In cucina? Gli italiani preferiscono le nonne

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Per salvare il made in Italy a tavola, un italiano su due manda in campo la nonna

Domenica 5 ottobre 2014 – 16.00

Cucinano meglio, ai loro piatti non si può dire di no, fanno apprezzare cibi “ostici” come verdure e legumi. Gli italiani non hanno dubbi: bocciano mamme e mogli e per salvare la qualita’ dei prodotti Made in Italy e gustare le ricette di una volta vanno dalle nonne.

Altro che fast food e cibi etnici, gli italiani a tavola preferiscono i sapori di una volta e per salvare il Made in Italy ben un italiano su due manda in campo la nonna.

 

Prodotti di qualità, ricette della tradizione e consapevolezza che da lei “si mangia meglio” sono per gli italiani i punti di forza della cucina della nonna. Mamme, mogli e fidanzate bocciate: non hanno inventiva, non dosano bene i sapori e utilizzano cibi preconfezionati. Unica e impareggiabile, la nonna grazie alla sua esperienza e capacita’ culinaria riesce a far mangiare anche quei prodotti “ostici” come verdure, legumi e ortaggi. E tra i piatti preferiti trionfano lasagne (61%), polpette (53%) e torte tradizionali (48%).

 

E’ quanto emerge da uno studio promosso dal Polli Cooking Lab – l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana – condotto mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1.200 Italiani tra i 20 e i 55 anni attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community per capire qual e’ il loro rapporto degli italiani con il cibo Made in Italy.

 

La cucina della nonna è la più genuina, in quanto le nonne ricorrono a prodotti locali, usando al meglio ciò che la terra offre a chilometro zero – afferma il nutrizionista Andrea Strata – “Le nonne da sempre utilizzano per la preparazione dei loro piatti prodotti freschi, controllati, realizzati in maniera artigianale e che seguono il volgere delle stagioni, senza ricorrere a conservanti e ad altri prodotti industriali. Una conservazione dei principi della tradizione culinaria italiana che ha una sua valenza, anche dal punto di vista salutistico”.