Ripartizione del fondo di solidarietà sull’Imu, ancora tagli per il cuneese. I sindaci: “Non più disposti a tollerare questa mattanza economica”

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Una delegazione ha incontrato il sindaco di Torino e presidente nazionale Anci Piero Fassino

Martedì 9 settembre 2014 – 14.30

Si è svolto a Torino venerdì scorso, 5 settembre, un incontro tra la Direzione ANCI Piemonte e il Presidente Fassino e una delegazione di rappresentanti del territorio cuneese, composta dai Sindaci di Cuneo, Alba, Bra, Fossano, Saluzzo e Savigliano e da un delegato dell’Unione Alta Langa e dell’Unione Langa e Barolo.

L’incontro è stato chiesto per discutere dei nuovi criteri di ripartizione del fondo di solidarietà sull’IMU, che quest’anno ha visto per il cuneese un taglio di svariati milioni di euro; in particolare la delegazione cuneese ha chiesto al Presidente Fassino di aprire, come ANCI Nazionale, un tavolo di discussione con il Governo per rinegoziare i nuovi criteri di distribuzione.

 

La riunione – dichiarano i membri della delegazione cuneese – è servita per rappresentare al Presidente ANCI Fassino tutte le perplessità del territorio cuneese verso i nuovi criteri di ripartizione del fondo di solidarietà sull’IMU. Ci avevano detto che non sarebbe cambiato nulla e invece veniamo a scoprire che la nostra provincia subirà un taglio di diversi milioni di euro. In un periodo di difficoltà economica per gli enti locali come questo, una riduzione di risorse come quella prospettata rischia di metterci in serie difficoltà. Per questo chiediamo che l’ANCI si adoperi con il Governo per rimodulare i parametri, troppo sbilanciati a favore dei grandi centri rispetto alle piccole realtà. Fassino ci ha annunciato che a breve, l’11 settembre, è previsto un tavolo di discussione a Roma, in cui ANCI chiederà maggiore attenzione verso le piccole città. Se il Governo non prenderà in considerazione le nostre rimostranze, siamo pronti ricorrere in giudizio contro il provvedimento. Dobbiamo difendere le nostre comunità che, allo stato attuale delle cose, sono le uniche che stanno pagando in senso letterale i costi della crisi. Non siamo più disposti a tollerare questa mattanza economica nei nostri confronti“.

 

cs