Quando le bollette non sono “puntuali”: quanto costano i ritardi e a chi rivolgersi per i reclami

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Le associazioni a tutela dei consumatori non mancano. Ma l’esito dei reclami non sempre è a favore dell’utente

Venerdì 25 luglio 2014 – 18.00

Ci sono stati segnalati, in questi giorni, casi di bollette di luce e gas arrivate in ritardo, vale a dire oltre la data prevista per il pagamento delle stesse, in particolar modo nella zona del monregalese. Non si tratta di un caso poi tanto raro, in provincia di Cuneo come nel resto del territorio nazionale: un fenomeno che diventa quasi cronico in alcuni periodi dell’anno come appunto quello estivo.

Non è così facile stabilire le colpe di tale disservizio: Poste Italiane e gestori “giocano” spesso a rimbalzarsi le responsabilità. Tanto per citarne una, l’Eni nel 2011 è stata sanzionata dell’Autorità competente proprio per i problemi legati al sistema di fatturazione. Mentre Poste Italiane continua a chiedere che le associazioni facciano pressioni sui gestori affinché inseriscano nel riquadro visibile assieme al nome e all’indirizzo del destinatario, anche la data di stampa della fattura.

 

La vera domanda quindi è: a quanto ammonta il danno per gli utenti? Dal portale della regione Emilia Romagna: “Non certo a pochi euro. Prendendo a esempio la bolletta energetica, nel servizio di maggior tutela il cliente che paga la bolletta dopo la data di scadenza subisce gli interessi di mora per i giorni di ritardo a un tasso pari a quello di riferimento fissato dalla Banca centrale europea (Bce) aumentato del 3,5%. A oggi, per esempio, il tasso di riferimento è dello 0,25%, il tasso di mora che può essere applicato ai clienti morosi sarà del 3,75% annuo. Nel mercato libero, invece, a chi paga in ritardo il venditore chiede gli interessi di mora e le spese previste dal contratto”.

 

Ma che cosa si può fare in casi come questi? Francesco Luongo, vicepresidente del Movimento difesa del cittadino, spiega: “Il consumatore dovrebbe, ogni volta che riceve una bolletta oltre il termine di scadenza, inoltrare un reclamo a Poste in cui chiede l’attestazione della data di consegna in modo da poter dimostrare di aver realmente ricevuto in ritardo la fattura e che, dunque, il pagamento oltre la scadenza non è a lui imputabile. Poste, però, non agevola la produzione di questo documento, senza il quale il consumatore non ha speranze di vedere riconosciute le proprie ragioni: solo una volta che è riuscito a ottenere l’attestazione, infatti, può agire in giudizio oppure denunciare l’accaduto all’Antitrust”.

 

Il consiglio è perciò quello di rivolgersi allo sportello del consumatore e alle associazioni (Cittadinanzattiva, Movimento difesa del cittadino, Codacons, ecc., ma basta anche solo digitare “associazione consumatori” su Google). Con la consapevolezza, ahimé, che non sempre l’esito è a favore del consumatore.

 

Redazione